Una vita da mediano, quando sui campi di serie A c'era Tonino Buccione

ven 27 ottobre 2017
Archivio Sport di Michele Trombetta
5min
Una vita da mediano, quando sui campi di serie A c'era Tonino Buccione ©n.c.
Una vita da mediano, quando sui campi di serie A c'era Tonino Buccione ©n.c.
TERMOLI. Spesso, per chi come noi segue il calcio, viene facile lamentarsi del fatto che siamo una piccola regione dove non abbiamo un bacino d’utenza per poter "pescare" piccoli campioncini da poter poi lanciare nel calcio che conta. Però forse non tutti sanno, soprattutto i ragazzini della new generation, che a Termoli un campione che ha calcato i campi della serie A lo abbiamo avuto e che campione è stato per diversi anni tanto da rappresentare un vero orgoglio nostrano: Antonio Buccione, Tonino per gli amici. Questa è la sua storia: nasce a Zoppola (PN) il 28/09/1940, la mamma Elisa Pighin (chiare origini Friulane) era tornata dai suoi perché il papà Carlo era stato mandato in guerra al fronte; i due si erano incontrati a Napoli dove lui faceva il sarto. Quando la città partenopea fu bombardata, dovettero lasciare la città per tornare in Molise e proprio qui, alcuni mesi dopo, il signor “Carluccio” aprì una sartoria proprio nella piazza principale della cittadina adriatica. Fin da piccolo Tonino si dedicò a vari sport, tra cui la corsa, ma la sua vera passione era il pallone. Quando a san Basso si svolgeva la corsa cittadina in onore del nostro santo Patrono, lo "spilungone" Tonino, senza scomporsi più di tanto dall'alto del suo imponente fisico e per la sua predisposizione a questa disciplina, riusciva sempre a battere tutti. Prima di andare a scuola in treno, al Liceo Classico di Larino, ogni mattina faceva un lungo allenamento e poi correva a casa dove trovava la colazione preparata da mamma Elisa. A quel tempo, le scuole preparavano gli atleti nelle varie discipline sportive e naturalmente il nostro Toni non si è mai tirato indietro anche nelle competizioni fuori regione. La passione del calcio però ebbe il sopravvento, così all'ultimo anno di liceo, lasciò la squadra del Termoli, dove militava come mediano, per andare a giocare nella Reggina. A soli 19 anni, ha avuto l’opportunità di partecipare anche ad una trasferta della Nazionale di serie “C” a Belfast, indossando la maglia Azzurra del tricolore. Il 1959 fu un anno bellissimo, ricco d’impegni per lo studio, ma anche di novità e soddisfazioni calcistiche. Gli amici di scuola sono rimasti nel suo cuore e spesso si sono incontrati negli anni successivi. A Bari, durante gli studi universitari alla facoltà di Giurisprudenza, il nostro giovane termolese iniziò una brillante carriera calcistica che lo portò ad essere titolare della squadra dei galletti del Bari negli ultimi anni in cui la stessa ha disputato il campionato di serie A. In seguito fu fortunato il suo incontro con il presidente Salerno del Matera Calcio, dove Tonino si trasferì per continuare la sua carriera per la sua grande passione per il calcio. Infine dopo la laurea in Giurisprudenza, tornato a Termoli, Tonino, ricominciò a giocare per qualche anno nella squadra termolese. Da professionista ha diretto la squadra degli Avvocati e Procuratori di Larino, favorendo la partecipazione degli iscritti nella competizione nazionale di calcio tra Avvocati e Procuratori di tutta Italia. È stato anche fiduciario dell’Associazione Calciatori e amico di grandi giocatori, rimanendo sempre un “giovane e genuino sportivo” nel cuore. Da vero atleta, ha portato avanti valori di uno sport salutare e pulito, insegnando alle nuove generazioni che le vittorie nascono dalla costanza e dalla fatica degli allenamenti svolti insieme ai compagni di squadra ogni giorno. Nel vecchio campo sportivo si è svolta la sua vita da calciatore e l’ultima partita l’ha disputata contro la squadra di cantanti e attori, con il commento dell’indimenticabile “The voice” calcistica radiofonica, Sandro Ciotti. Anche nel campo politico, Tonino Buccione si è distinto per il servizio silenzioso svolto a favore della sua città, mai aspirando a posti prestigiosi, sempre stimato e apprezzato dai suoi concittadini. Lo abbiamo contattato per fargli delle domande, e nonostante la sua riservatezza, ci ha detto che per noi di Termolionline avrebbe fatto una eccezione. Gli abbiamo chiesto cosa pensa dall'alto della sua esperienza del calcio termolese attuale e ci ha risposto: “Per quel che riguarda il mondo calcistico termolese, purtroppo non lo seguo più direttamente; ovviamente la domenica sulle reti regionali cerco le informazioni sul Termoli. Spero che questo sia l'anno giusto per un salto di qualità e credo sia un bene che nella città vi siano le scuole di calcio come quella di San Pietro e Difesa Grande, che dovrebbero essere un buon bacino per lanciare i giovani nella compagine termolese. Ricordo con piacere come ai miei tempi la domenica, molte famiglie si recavano allo stadio per fare il tifo e molti per la strada mi riconoscevano e mi incitavano a "vincere". Per quanto riguarda il calcio nazionale invece le problematiche che assillano la Lega calcio, la presenza nei campionati di molti giocatori stranieri e gli ingaggi da favola hanno fatto perdere in molti la voglia di seguire le vicende della nostra squadra a livello di competizioni internazionali. Non vi sono più allenatori e/o giocatori carismatici che attirano i tifosi, per cui si è affievolita l'attenzione sulla squadra maggiore. Vista la mia passione innata, non mi perdo nessuna partita della Nazionale, ma spesso rimango deluso dal gioco espresso in campo dalla squadra. Infine alcuni tifosi oggi creano problemi e comportandosi con violenza non fanno onore allo sport e all'italianità.” Ringraziamo Tonino, che meriterebbe dalla sua città anche dei riconoscimenti per aver portato in giro con onore il nome di Termoli. Ringraziamo anche la moglie Lucia, i figli Giancarlo, il quale occupa un posto di prestigio nell'alta ingegneria della Lamborghini nella sede centrale a Modena e Carla che si sta distinguendo con profitto negli studi universitari. Questo il curriculum sportivo di Tonino Buccione, con foto e story tratti da libri come la raccolta fatta dal comandante Manfredo Di Giulio. Dopo tre campionati di Serie C con la Reggina, nel 1962 passa al Bari; nel capoluogo pugliese gioca per cinque anni, conquistando la promozione in Serie A nel 1962-1963 e debuttando nella massima serie nel campionato 1963-1964. Nella stagione disputata in Serie A totalizza 32 presenze, mentre colleziona complessivamente 52 presenze e 3 reti nei due campionati giocati in Serie B. Le ultime due stagioni al Bari sono in Serie C, e chiude l'esperienza con i biancorossi con una promozione in Serie B nel campionato 1966-1967. L'anno seguente passa al Matera, dove vince il campionato di Serie D 1967-1968 e trascorre le successive quattro stagioni in Serie C con i lucani, disputando altre 138 partite nella terza serie. In riva allo stretto, rimane tre anni in cui nonostante la giovane età colleziona la bellezza di novantaquattro presenze in serie C e a ventuno anni è già titolare inamovibile del centrocampo amaranto.
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