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giovedì 25 Settembre 2025
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Presenze balneari, sulle spiagge a giugno si conferma la tendenza del 2020

TERMOLI. Dopo i dati di arrivi e presenze dell'Aast, secondo il sindacato italiani balneari, Sib-Confcommercio, sulla costa molisana a giugno 2021 si confermano le stesse presenze del 2020.  Gli italiani – e non solo – hanno voglia di andare al mare e i numeri lo dimostrano: 6 vacanzieri su 10 hanno scelto i nostri litorali come meta per la propria villeggiatura. Bene le presenze in spiaggia nel mese di giugno, anche se il ‘tutto esaurito’ è stato registrato solo il week-end (ma questa è una prerogativa alla quale gli imprenditori balneari sono, purtroppo, abituati da tempo). «Il Covid-19 fa meno paura, anche grazie alla campagna vaccinale, negli stabilimenti balneari, poi, i protocolli governativi sono ‘applicati alla lettera’ e, in modo particolare, fatti rispettare da tutti – ha affermato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio. Motivo per il quale italiani e stranieri (in primis austriaci, svizzeri, francesi, spagnoli, tedeschi e americani) sono tornati a frequentare le nostre spiagge. Mancano ancora inglesi, cinesi, giapponesi e russi. La vacanza, non solo in Italia, continua ad essere, ancora oggi, sinonimo di ‘mare’ che, anche in questo secondo anno di pandemia, costituisce il ‘detonatore’ per la ripartenza dei consumi e dell'economia nell'interesse di tutto il Paese".

La Liguria, le Marche, la Puglia e le nostre due Isole maggiori sono quelle che hanno registrato il maggiore incremento di presenze in spiaggia nel mese di giugno, +15%, (rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), seguono Emilia Romagna, Friuli e Veneto con il 10% (dobbiamo, però, sottolineare che la stagione estiva 2020, iniziata in ritardo, era stata funestata dal maltempo). “I numeri delle prenotazioni per il mese di luglio – ha concluso Capacchione – ma, soprattutto, per agosto (periodo da sempre sinonimo di vacanza), fanno davvero ben sperare. In molte località rinomate (solo a titolo di esempio): Capri, Ischia, Sorrento, Alassio, Capalbio, San Benedetto del Tronto, Vieste, Taormina, Villasimius si registra già il soldout. In pratica gli arrivi corrispondono a quelli pre-pandemia, un grande segnale di speranza per tornare, presto, alla normalità, che ha già generato ottimismo in virtù dei benefici positivi per l’intera economia locale. Bene, poi, l’eliminazione dell’obbligo di mascherina all’aperto nelle zone bianche. L’unica variabile sarà dettata dalle condizioni atmosferiche, ma le previsioni per l’estate 2021 indicano un gran caldo, saranno, quindi, solo due le soluzioni praticabili: in riva al mare sotto l’ombrellone o in acqua a cercare refrigerio». Intanto, Sib e Mareamico – Associazione ecologico scientifica di protezione ambientale, hanno siglato un Protocollo di Intesa per collaborare alla conservazione e alla tutela ambientale. Tra gli obiettivi e le finalità: promuovere insieme iniziative parlamentari e legislative tese a semplificare i rapporti tra gli imprenditori balneari e le Pubbliche Amministrazioni, fino a favorire la gestione integrata del territorio costiero. Divulgare ai turisti quelle nozioni di interesse generale volte ad una migliore percezione delle criticità che investono il territorio e ad un uso più consapevole delle spiagge. Realizzare congiuntamente studi e pubblicazioni tese a promuovere i prodotti ittici nel rispetto delle tradizioni regionali ed a favorire una proficua interazione fra operatori balneari e quelli della pesca-turismo. Promuovere iniziative singole: il Sindacato ospiterà all’interno degli stabilimenti aderenti materiale promozionale e di divulgazione prodotto da Mareamico, mentre l’Associazione ambientalista, da parte sua, coinvolgerà il Sib  nella realizzazione di iniziative pubbliche sulle tematiche di interesse. Il Protocollo di Intesa, firmato a Roma da Antonio Capacchione, Presidente nazionale Sib e Roberto Tortoli, Presidente Mareamico, ha una durata di 3 anni. «Anche quest’anno il nostro mare si conferma la destinazione preferita dai turisti – ha affermato Antonio Capacchione – pertanto è estremamente importante imparare a preservare il territorio costiero e, soprattutto, insegnare ai nostri clienti come ci si deve comportare per tutelare l’ambiente, un dovere, ma anche un beneficio per tutti noi».

«La gestione delle risorse marine nell'era delle emergenze sanitarie e ambientali: nuovi paradigmi». Nella relazione alla tavola rotonda intitolata: «Turismo sostenibile economico ed ambientale», il presidente Capacchione ha, tra l’altro, sottolineato l'importanza economica del segmento “mare" nel comparto turistico dal momento che, lo scorso anno, il 60% è stato marino.

Un settore quello del turismo che, oggi, riguarda il 13% del Pil nazionale. L'essere una Penisola con 7.500 km di costa, poi, costituisce una eloquente circostanza a riprova della rilevanza ecologica del mare. Nel corso degli ultimi decenni, purtroppo, per quanto riguarda le competenze istituzionali in materia si è determinato una frantumazione e moltiplicazione dei soggetti pubblici interessati (dal Ministero alle Regioni e Comuni e a livello centrale non c’è poi Ministero che non vanti una propria competenza specifica). Ciò sta causando una pericolosa paralisi sia nella gestione delle risorse che nella tempestività degli interventi: si pensi ai ritardi nelle azioni per il contrasto del fenomeno erosivo accentuato dai cambiamenti climatici in atto. A ciò si aggiunga la ‘bulimia normativa’ fra Regioni e Stato centrale che è fonte di confusione, conflitti e di incertezze sia per i soggetti preposti pubblici che per gli operatori privati. Cogliere l'occasione storica di ingenti risorse messe a disposizione dall’Europa con il PNRR impone una semplificazione delle competenze istituzionali centrali concentrandole in capo ad un unico Ministero con la previsione di un tavolo di coordinamento permanente con le Regioni.

È necessario anche lanciare una nuova stagione nella pianificazione della costa adeguandola alle esigenze imposte dai cambiamenti climatici e dalla nuova sensibilità ambientale. Bisogna, infine, semplificare le norme del settore per dare certezza ai soggetti pubblici e privati.