"Il calcio che fu mon amour", rimpatriata di vecchie glorie del calcio termolese

amarcord ven 12 gennaio 2018
Attualità di michele trombetta
2min
calciatori e dirigenti termolesi ©personale
calciatori e dirigenti termolesi ©personale

TERMOLI. Quando il calcio, compreso quello cittadino, non era soltanto uno sport, ma era concepito quasi come “poesia” della vita, un gioco che vedeva scendere in campo uomini veri, e poi calciatori, che guadagnavano, per giocare, non certamente le cifre milionarie che si sentono oggi, ma pensavano solo a sudare per i colori che indossavano, era sicuramente cosa amata e condivisa da tanti. Ebbene, questa sera avremo la fortuna di rivivere, per qualche ora, quei tempi andati e conversare con quei grandi personaggi che hanno fatto la storia del calcio termolese, con l’occasione di una bella rimpatriata in un locale del Borgo antico. Molti di loro si vedono spesso per le vie della città, altri un po' meno, altri ancora, purtroppo, ci hanno lasciati prematuramente qualche tempo fa, facendo in tempo però a scrivere pagine indelebili di un calcio che oggi non esiste più.

L'evento conviviale di questo incontro farà sì che si potranno ricordare avvenimenti, fatti, aneddoti e molto altro frutto di un bellissimo periodo storico, dove i calciatori della prima squadra venivano visti dai tifosi come delle divinità inarrivabili, senza quella spocchia e puzza sotto al naso tipici di molti calciatori di oggi. Essi, ancora bambini, si presentavano alla società accompagnati dal procuratore e rimanevano umili e rispettosi al cospetto dei più grandi e da giovani della seconda squadra della Primavera, se solo la domenica venivano convocati per la prima squadra, pur sapendo che non avrebbero giocato un secondo e sarebbero addirittura rimasti tutto il tempo in tribuna, era, per loro, già un evento che non li faceva dormire la notte prima della gara. In quel calcio che vi stiamo raccontando, questi giovani talenti erano quasi loro, pronti a pagare la società per essere ingaggiati, senza quindi pensare allo scopo di lucro e tornaconto personale.

Ecco, stasera rivedremo con piacere Salvatore Cardamone, che insieme al suo amico barese Lopez arrivò tra gli anni 70/80, ancora imberbe, a Termoli, dove poi è rimasto sposando la sua prima tifosa termolese e formando con lei una famiglia. Rosario Alfieri, un mastino della difesa, anch'egli ha scelto Termoli come sede in cui vivere e il suo prezioso DNA, ha poi generato un altro campione, suo figlio Rino, che ha giocato ai massimi vertici del nostro calcio e con risultati esaltanti dopo aver mosso i primi passi a Termoli. Rivedremo il mitico "Apache" Schiazza, una roccia, altro difensore tutto d'un pezzo, Carmine Antrone, il " Rivera" termolese Nicola Perricone che ha giocato anch'egli ai massimi vertici nazionali, Gabriele Primiano il terzino di fascia turbo, e Tiziano Troilo il quale è cresciuto all'ombra del portierone Gianfranco, suo fratello, che poi ha toccato campionati professionistici, guardato dal padre dirigente, il mito Peppino Troilo.

Avremo la possibilità di rivedere tanti amici anche se vorremmo abbracciarne alcuni che non ci sono più come il grande personaggio dalla simpatia unica, inimitabile ed insostituibile custode dello stadio Cannarsa , Rocco De Gregorio, meglio conosciuto da tutti come Rocc' Pappannacchie che potete riconoscere in una delle foto allegate in piazza sant'Antonio in mezzo a Nicola Perricone e l'allora dirigente Vito Capozzi, morto anch’egli di recente. Insomma, per stasera ci sarà una rimpatriata e una ventata di aria buona che aspettavamo da tempo e che finalmente è arrivata, organizzata dalle mogli dei calciatori in questione. Ah, se non ci fossero le donne!

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