Con l'eco-centro chiuso nasce il business degli 'svuotacantine': ma i rifiuti finiscono sulle dune

L'illegalità diffusa ven 02 febbraio 2018
Attualità di Emanuele Bracone
1min
Discarica frontemare ©TermoliOnLine
Discarica frontemare ©TermoliOnLine

TERMOLI. Non ci sono parole. Anzi c’è una locuzione che potrebbe calzare alla perfezione: il territorio è alla mercé dell’illegalità diffusa, concetto più profondo e pericoloso della mera inciviltà.

Porzioni sempre più numerose del suolo, appartenente a enti statali, comune, privati, divengono discariche a cielo aperto.

Non è più un fenomeno di costume, è una deriva incontrollata e incontrollabile, forse.

Negli ultimi giorni ci siamo adoperati per compiere sopralluoghi e segnalazioni, anche perché ci è stato soffiato all’orecchio come ci sia un nuovo business, palesemente al di fuori di ogni regola, quello dei cosiddetti ‘svuotacantine’, ossia persone disponibile a diventare netturbini privati, attraverso cui ripulire garage e ambienti da tutto ciò di cui ci si voglia liberare.

Sono privati, che così sbarcano il lunario, ma al di là dell’abusivismo mestierante, non di certo hanno autorizzazioni per raccogliere, trasportare e smaltire ingombranti, arredi e suppellettili, che il più delle volte finiscono sotto ponti e persino sulle dune.

Si sono attivati e moltiplicati dopo la chiusura temporanea dell'eco-centro, intuendo di poter approfittare di questo vulnus nella nostra città. Hanno tariffe variabili, anche di diverse centinaia di euro, insomma, affari sporchi. In tutti i sensi.

Sì, sulle dune, come avvenuto anche sul litorale Nord, a poca distanza da villaggi turistici, il massimo dileggio e dispregio per una località turistica.

Tra le cose di cui ci si deve disfare in modo sotteso, vista la normativa vigente, anche le foglie di palme, spesso bruciate dove capita, insomma, illecito su illecito.

Il colpo d’occhio a distanza di metri dalla sabbia della spiaggia a Nord di Termoli è devastante, possibile che nessuno si accorga di quello che sta succedendo?

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