No al bullismo e al cyberbullismo:all'istituto alberghiero tre incontri di sensibilizzazione al tema

educare i giovani mar 06 febbraio 2018
Attualità di Michele Trombetta
2min
incontro per contrastare il bullismo e il cyberbullismo ©TermoliOnLine
incontro per contrastare il bullismo e il cyberbullismo ©TermoliOnLine

TERMOLI. Questa mattina, e per le due giornate di mercoledì 7 e venerdì 9 febbraio, presso l'Istituto alberghiero Federico di Svevia di Termoli, si è parlato con ragazzi delle prime classi di bullismo o meglio quello più tecnologico che purtroppo va molto di moda tra i giovani, ovvero il cyberbullismo , «bullismo online»:

il termine indica un tipo di attacco continuo, ripetuto, offensivo e sistematico attuato mediante gli strumenti della rete. Il termine cyberbullying è stato coniato dal docente canadese Bill Belsey. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il cyberbullying (cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il cyberharassment ("cybermolestia") che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne. Tuttavia nell'uso corrente cyber-bullismo viene utilizzato indifferentemente per entrambi i casi. Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile e del Codice penale e, per quanto riguarda l'ordinamento italiano, del Codice della Privacy (D.Lgs 196 del 2003). Oggi il 34% del bullismo è online, in chat, quest'ultimo viene definito cyberbullismo.

Pur presentandosi in forma diversa, anche quello su internet è bullismo: far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo può costituire un danno psicologico. In Inghilterra, più di 1 ragazzo su 4, tra gli 11 e i 19 anni è stato minacciato da un bullo via e-mail o sms. In Italia, secondo l’Indagine nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza pubblicata nel 2011 (fonte: Eurispes, Telefono Azzurro, 2011]) un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet informazioni false sul proprio conto: “raramente” (12,9%), “qualche volta” (5,6%) o “spesso” (1,5%). Con minore frequenza si registrano casi di messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi, ricevuti “raramente”, “qualche volta” o “spesso” dal 4,3% del campione; analoga percentuale (4,7%) si registra anche per le situazioni di esclusione intenzionale da gruppi online."


A parlare ai ragazzi delle prime classi dell’istituto termolese è stato il professore di Diritto, nonché valente penalista, Alberto Di Vito, assieme ai colleghi professori Carlo De Ruvo, Nicoletta Bartollino e l'alunna di quinta classe Floriana Di Lena. Purtroppo, vuoi anche per la loro giovanissima età, molti alunni presenti in Aula Magna non sono riusciti a mettere bene a fuoco la gravità e le conseguenze anche legali e penali che anche un 14 enne, oggi penalmente imputabile, può correre se si rende protagonista di episodi di questo tenore perché dal 2017 esiste una legge che punisce severamente gli autori di cyberbullismo. Abbiamo ascoltato il professor Di Vito sul fenomeno, le cause scatenanti e le possibili conseguenze per chi lo mette in atto e soprattutto per chi ne resta vittima.

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