"Giulio Rivera era uno di noi"

Il ricordo ven 16 marzo 2018
Attualità di La Redazione
2min
Il volantino del Coisp ©Coisp
Il volantino del Coisp ©Coisp

CAMPOBASSO. Riceviamo e pubblichiamo la nota del Coisp sulla commemorazione della strage di via Fani.

Giulio Rivera era uno di noi! “Oggi per noi è davvero una triste giornata. Anche se sono trascorsi 40 anni dalla strage di via Fani il ricordo è sempre vivo nelle menti di tutti i Poliziotti ed è ancora più vivo in quelle dei Poliziotti Molisani che hanno perso in quella tragica vicenda il loro conterraneo, l’amatissimo Giulio Rivera, originario di Guglionesi, barbaramente trucidato dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978, alla tenera età di 24 anni” Esordisce così Giovanni Alfano, segretario generale regionale in Molise del Coisp, sindacato indipendente di Polizia: ”Io personalmente all’epoca dei fatti ero poco più di un adolescente ma quel fatto di cronaca lo ricordo benissimo. Fu uno di quegli eventi che ti segnano per tutta la vita.

Oggi durante l’omelia del nostro cappellano Don Franco Rinaldi ho riflettuto molto sulle sue parole. Bellissime parole di gratitudine nei confronti di tutti gli eroi caduti in servizio nell’adempimento del loro dovere come appunto i cinque membri della scorta (mista tra appartenenti alla Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri) assegnati all’onorevole Aldo Moro; parole dette con il cuore nei confronti anche di chi come noi, appartenenti alle forze dell’ordine, dal momento del nostro giuramento, ci assumiamo una grossa responsabilità nei confronti dello Stato Italiano e di tutti i suoi cittadini. Iniziamo con quella promessa solenne la nostra missione, giurando fedeltà alla patria. Consapevolmente sappiamo benissimo a cosa andiamo incontro e che da quel momento in poi i rischi che correremo saranno incalcolabili.

Ad oggi però i rischi paradossalmente sono aumentati ed a volte il solo indossare una divisa ti porta a diventare un bersaglio. Bersaglio speciale di movimento dove sfogare tutte le proprie frustrazioni. Gli anni di piombo, quelli del terrorismo di cui sopra, di estremismo politico-ideologico, per intenderci, si combatteva contro un nemico vigliacco ma che comunque era riconducibile ad un filo logico - investigativo che portava prima o poi ad un nome ed un cognome in qualità di mandante e di quello dell’esecutore materiale come pure per la stragrande maggioranza dei delitti di mafia o di camorra ma ad oggi, signori miei, con l’avvento dell’Isis, il terrorismo nero internazionale, di gran lunga più crudele ed imprevedibile, abbiamo molte più difficoltà e chi sceglie di indossare questa divisa lo sa… Il Poliziotto di oggi come quello di ieri va difeso e rispettato e per una società civile che si rispetti bisogna riconoscere e tutelare il coraggio di questi uomini e donne che sono pronti a pagare con la loro vita il loro impegno preso con lo Stato Italiano”.

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