All'istituto alberghiero una giornata dedicata alla Tavola di San Giuseppe
TERMOLI. Lunedì 19 marzo dalle ore 10 alle ore 15, presso l'istituto Federico di Svevia di Termoli ha luogo la Tavola di San Giuseppe, testimonianza preziosa delle tradizioni e della religiosità del popolo molisano.L'iniziativa rientra nell'ambito delle attività integrative e della valorizzazione delle tradizioni popolari e religiose organizzate dalla scuola. La dirigente dell'Istituto, Maria Chimisso è convinta dell'importanza del ruolo delle nuove generazioni nella trasmissione dei saperi e delle usanze del territorio.
Le religioni prestano grande attenzione al cosa mangiare, nella ricerca dei perché e di come si mangia. Sempre più spesso il ritmo della vita che conduciamo rende veramente impossibile il ricordo che il pasto è anche un tempo e un luogo dove incontrare il sacro, dove incontrare l'uomo; la convivialità il mangiare con l'altro e non solo accanto all'altro, è un dato distintivo dell'atto stesso di cibarsi. La tavola di San Giuseppe, caratterizzata dalla preparazione di ben tredici pietanze, affonda le sue radici in tempi antichissimi, se pensiamo che i primi a celebrare San Giuseppe furono addirittura i monaci benedettini nel 1030.
Le famose tavolate, anticamente, venivano allestite nelle case delle famiglie miracolate dal Santo e messe a disposizione dei più poveri, che in questo modo potevano rifocillarsi; l'elemento che le accomuna è la presenza di un quadro o una statua raffigurante il Santo e usanza vuole che vengano scelte le persone che dovranno interpretare la Sacra Famiglia e quindi un uomo anziano, una donna ed un bambino, mentre in alcuni paesi è tipico invitare dodici uomini che rappresentino gli apostoli. Si tratta sostanzialmente di tredici piatti magri, come antipasto di alici e sottaceti, spaghetti con la mollica o con il tonno, riso bollito nel latte, baccalà arracanato e a insalata, polpette di magro, lenticchie, piselli, peperoni ripieni, cavolfiori o broccoli lessi, i calzoni di San Giuseppe e molto altro ancora.