Rete idrica in dissesto. Il Molise è ricco d’acqua buona, ma le perdite sono enormi

ven 23 marzo 2018

Campobasso L’analisi è emersa nel corso del convegno "Il servizio idrico della Regione Molise tra efficienza gestionale e sostenibilità”

Attualità di La Redazione
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Convegno sul servizio idrico ©Campobassoweb
Convegno sul servizio idrico ©Campobassoweb

CAMPOBASSO. Il Molise è una realtà privilegiata, è ricco d’acqua, una delle migliori d’Italia ma la rete idrica è dissestata. Le perdite sono enormi, non si sa quanta acqua si perde e dove si perde.

L’analisi è emersa nel corso del convegno “Il servizio idrico della Regione Molise tra efficienza gestionale e sostenibilità” organizzato, nell’auditorium della Fondazione Molise Cultura, nell’ambito della campagna per la valorizzazione e la difesa del territorio e delle risorse idriche regionali. Ad evidenziare pregi e difetti del settore è stato il direttore dell’Egam Mauro Di Muzio. “L’acqua è un bene pubblico, è inalienabile, la legge è chiara – ha affermato Di Muzio - ciò che si paga è il servizio, il soggetto gestore del servizio idrico, dunque, deve garantirne la qualità”.

Di Muzio non ha negato le difficoltà che ci sono in Molise nella gestione della rete. “ Non sappiamo con precisione quanta acqua perdiamo e dove la perdiamo quindi non sappiamo dove intervenire ma – ha assicurato – la Regione ha dirottato finanziamenti consistenti per il monitoraggio e la riparazione delle reti con l’obiettivo di gestire al meglio le perdite”.

Il Molise è la regione dove di disperde più acqua ma è anche la regione in cui la bolletta è meno cara con un costo annuale per famiglia media di circa 143 euro. Il percorso di riforma del servizio idrico integrato è iniziato in Molise con l’istituzione dell’Egam, l’ente di governo d’ambito del Molise che coincide con il territorio regionale di cui fanno parte tutti i 136 comuni molisani. L’Egam è il soggetto che deve pianificare l’organizzazione territoriale del servizio idrico. In quanto espressione dei Comuni si occupa della distribuzione nelle reti comunali e dello smaltimento e depurazione col compito di affidarne la gestione ad un unico soggetto sottoposto al suo controllo. Ciò permette di ridurre il numero dei gestori in favore di una parificazione delle tariffe pagate oggi dai consumatori. In sostanza, si punta al superamento delle gestioni in economia, più semplicemente chiamate gestioni comunali.

È stato Alessandro Mazzei direttore dell’Autorità idrica toscana e coordinatore tecnico scientifico dell’Anea (Associazione nazionale degli enti d’ambito) ad approfondire il tema. “Per superare la gestione comunale – ha spiegato – è stato chiesto alle regioni di indicare gli Ato cioè ambiti territoriali ottimali in modo tale da avere un gestore in ogni Ato. Al secondo trimestre del 2017 il numero di Ato in Italia è pari a 63, 12 Ato unici regionali, tra cui il Molise, e i restanti Ato di dimensione inferiore al territorio regionale. Ciò significa – ha aggiunto – che ci sono ancora moltissime gestioni comunali cioè circa 2.100 gestori. La frammentazione della gestione influisce sulle tariffe per questo è necessario superare la scala comunale e, contemporaneamente, destinare maggiori risorse agli investimenti per la manutenzione e la sostituzione delle reti”.

Un altro punto importante affrontato da Mazzei è il problema della sostenibilità della tariffa, cioè l’incidenza della spesa per il servizio idrico sul reddito. “È necessario riconciliare il principio del diritto all’acqua con l’esigenza del recupero completo dei costi del servizio; non è possibile non far crescere le tariffe per non danneggiare le famiglie più deboli ma tutelarle attraverso bonus idrici nazionali e locali, prevedendo il divieto di distacco della risorsa idrica per gli utenti disagiati oppure attraverso tariffe agevolate, pro capite o rateizzazioni. La tariffa non è l’unica soluzione – ha concluso – ci deve essere l’intervento della finanza pubblica”.

Anche il professore ordinario di Diritto civile dell’Unimol Lucio Francario ha rimarcato il concetto di acqua come bene comune. “Affermare che la proprietà dell’acqua è pubblica non basta – ha precisato – perchè la titolarità del soggetto pubblico non risolve il problema della gestione; è necessario garantire l’accessibilità a tutti e il sistema delle tariffe non può essere l’unica risposta al tema della sostenibilità”.

Presenti al convegno anche gli studenti dell’istituto biotecnologico Pertini di Campobasso che hanno mostrato il lavoro svolto e i risultati ottenuti seguendo un percorso di sviluppo sostenibile.

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