Il Consiglio di Stato indaga sulle patologie tumorali in Molise

Lente d'ingrandimento mar 01 maggio 2018
Attualità di Claudio de Luca
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Il Consiglio di Stato ©Termolionline.it
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TERMOLI. Il Consiglio di Stato indaga sulle patologie tumorali in Molise.

Con i contenuti dell’Ordinanza n. 2505/2018 i Giudici della IV Sez. del Consiglio di Stato intendono far luce sullo stato delle fabbriche chimiche operanti in Molise; perciò tentano di sciogliere quella questione insorta nei tempi in cui il Codacons promosse un ricorso amministrativo (con gli avv. Ruta, Rienzi e Giuliano) contro la richiesta di ampliamento della Momentive.

Il Collegio di Palazzo Spada vuole impostare un approfondimento tecnico tendente a conseguire la piena conoscenza di fatti che involgono delicate questioni di carattere ambientale, Per ciò stesso hanno ordinato alla Regione il deposito di un supplemento di documentazione. Da anni, Termoli, Larino e Guglionesi (per cause diverse) sono state inserite nella “lista nera” dei luoghi geografici dove le patologie tumorali avrebbero subito un picco, collocandosi a livelli da epidemia. Secondo i dati raccolti, alcune tipologie (linfomi, leucemie, mesoteliomi; cancro della mammella, del cervello e del fegato) sarebbero lievitate notevolmente, coinvolgendo in particolare i bambini. Per di più i casi, seppure generalizzati, sembrerebbero concentrarsi in determinate zone tra cui spicca il Nucleo industriale di Termoli, il sito tossico di Guglionesi e talune aree di Larino.

Che la casistica sia da primato lo confermano persino i ricercatori dell'Enea e, con loro, gli esperti dell’Istituto superiore di sanità che già ‘scattarono’ una prima istantanea sul rapporto cancro-fattori di rischio:"In molti paesi del Basso Molise sono aumentate le malattie del sangue e quelle tumorali. La causa va ricercata principalmente nella collocazione dei posti di lavoro. A Termoli, per esempio, sono aumentati i tumori ai bronchi, alla pleura ed alla vescica; e, nelle donne, al colon retto. Quelli alla pleura derivano per lo più dall’esposizione all’amianto. A Guglionesi sono cresciuti i tumori nasali". Ma gli organi di informazione, i comitati e le associazioni locali non sembrano cadere dalle nuvole; ed hanno sempre immaginato che, oltre alle industrie, il fenomeno sia originato da altro. Perciò s’indignano, si scandalizzano e reclamano a gran voce Commissioni di inchiesta e soluzioni 'ad hoc'. I fatti sono noti, ed il Consiglio di Stato intende risolverli.

Negli ultimi tempi, ad avvalorare certi "cattivi" pensieri (aprendo un nuovo filone causativo non collegato solo alle industrie) fu l’ex-Presidente della Camera Boldrini che rimosse il segreto sui contenuti dell’audizione al pentito Carmine Schiavone. Questi ebbe a dichiarare a verbale:“L’attività di interramento dei rifiuti si svolgeva anche nella zona del Matese ed in Molise. Quest'ultima è posta sotto la nostra influenza. Pertanto, almeno sino al 1992, noi Casalesi operavamo su Isernia e nelle aree prossime”. Va ricordato che il territorio regionale fu toccato anche da un 'blitz' dei Ros che interessò persino aree pertinenti al Comune di Lupara. L’inchiesta che ne conseguì permise di concludere che la Camorra aveva dato vita ad una serie di attività, al punto che nella Patria di Cuoco furono sequestrati villette e terreni. Si giunse anche a percepire che le campagne erano state usate come discariche illegali in cui si depositavano i rifiuti tossici e quelli nocivi. Tutto questo venne confermato da un altro pentito (Raffaele Lo Piccolo), secondo cui la 'monnezza' dei siti di stoccaggio campani veniva trasferita in Molise; parte del percolato finiva per istrada ed il restante veniva sotterrato nelle aree disabitate del Termolese e del Larinese.

Insomma, nel tempo, il Molise sarebbe diventato il nascondiglio dei rifiuti illegali, sotterrati 'in loco' sin dal 2004, come rivelarono i consiglieri regionali Di Sabato e D’Ascanio, seguiti - cinque anni dopo - dai rappresentanti del Partito comunista dei lavoratori e da Rosaria Capacchione su 'Il Mattino' di Napoli. La stessa Stampa locale non è stata da meno; anzi, bene spesso, è riuscita ad imboccare i blasonati colleghi nazionali grazie a Paolo De Chiara, Roberto Galullo, Agostino Rocco ed altri.

Claudio de Luca

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