Commissione di Vigilanza in streaming, la proposta 'trasparente' di Caporicci

rimane Portocannone mer 02 maggio 2018
Attualità di La Redazione
3min
Giuseppe Caporicci ©TermoliOnLine
Giuseppe Caporicci ©TermoliOnLine

PORTOCANNONE. In calendario rimane soltanto la Carrese di Portocannone e il sindaco Giuseppe Caporicci sta compiendo tutti i passi auspicabili per evitare debacle come a Ururi e soprattutto a San Martino in Pensilis. «A seguito delle note vicende che hanno coinvolto la Corsa dei Carri del limitrofo Comune di San Martino in Pensilis, con la presente siamo a richiedere la disponibilità dei membri della Commissione alla trasmissione in streaming dei lavori della stessa oppure, in subordine, alla ripresa video da diffondersi a lavori terminati. Trattandosi di una manifestazione particolarmente sentita e partecipata dalla popolazione, si avanza la presente richiesta esclusivamente al fine di fugare ogni dubbio e di rendere più trasparente e più fruibile possibile alla Cittadinanza, il complesso iter autorizzativo propedeutico all'emissione dell'Ordinanza sindacale di autorizzazione alla manifestazione della Corsa dei Carri di Portocannone, in calendario per il prossimo 21 maggio».

Questo è il testo della missiva che ha inviato con Pec all’Unione dei Comuni del Basso Biferno. «La condivisione delle criticità e dei problemi, insieme alla capillare diffusione di informazioni alla Cittadinanza, è l'essenza stessa della vita democratica. Per questo motivo abbiamo richiesto di poter trasmettere in streaming (o quanto meno di poter filmare) i lavori della Commissione di Viglianza sui locali di pubblico spettacolo, che si terrà il giorno 9 maggio in vista della prossima Corsa dei Carri del 21 maggio – spiega Caporicci - in ogni caso, nell'eventualità di un diniego, il verbale dei lavori verrà pubblicato sul sito dell'Ente immediatamente dopo la conclusione della riunione». Caporicci, inoltre, aveva anche esternato la propria considerazione sui fatti di lunedì e sulle dimissioni di Caravatta. «Neanche il tempo di riordinare le idee dopo la giornata di lunedì che, sono sincero, faccio ancora fatica a metabolizzare, ed ecco che mi piomba addosso un’altra brutta notizia con le dimissioni del sindaco di San Martino in Pensilis.

Non entrerò nel merito di quello che è successo, perché è evidente che la mia bacheca FB non è il posto giusto, ma mi sento di esprimere il mio personale pensiero di massima vicinanza e solidarietà prima all'Uomo e poi al Sindaco Massimo Caravatta che in questi due giorni è stato letteralmente massacrato sui social network e non solo, con l'assurdo addebito di responsabilità non sue. Ho letto commenti deliranti che riferiscono di sue presunte mancanze in ordine all'organizzazione della corsa, quasi di una sua superficialità nella gestione degli adempimenti amministrativi. Non riesco a credere come possa essere possibile e come si possa consentire una tale mistificazione della realtà. La sequenza degli adempimenti in tema di sicurezza , iniziata con la prima riunione in tema di Carresi svoltasi in Prefettura il 26 di marzo alla presenza del Vice Prefetto, delle forze dell'ordine e dei tre Sindaci di San Martino, Ururi e Portocannone, è proseguita esattamente come ogni anno; anzi il Comune di San Martino, sia perché più grande e maggiormente strutturato, sia perché è il primo in ordine cronologico, è sempre stato punto di riferimento per quelli di Ururi e Portocannone in tema di organizzazione della corsa e di cura dei relativi passaggi burocratici.

A questo punto quindi mi viene da pensare che chi si è scagliato contro il collega Caravatta lo abbia fatto solo perché non in possesso di sufficienti informazioni oppure, e questo sarebbe davvero molto triste, per un mero atto di sciacallaggio politico o di rivalsa elettorale. Per tutti questi motivi mi auguro che il collega Massimo rifletta con serenità sull'accaduto e maturi la scelta di revocare le proprie dimissioni e di essere, assieme al sindaco di Ururi Raffaele Primiani, al sottoscritto ed a tutte le Associazioni Carristiche dei nostri paesi, nuovamente in prima linea per questa battaglia identitaria che non merita certo di finire in questo modo».

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