«Fave di fuca» … sotto il Solleone!

Stravaganze ven 13 luglio 2018
Attualità di Claudio de Luca
3min
Solleone ©orvietonews.it
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LARINO. «Fave di fuca» … sotto il Solleone!

LA POSIZIONE DEL FRANCESCANO E QUELLA DEL MISSIONARIO – P. Ksawery Knotz, francescano polacco, ha avuto a dichiarare:«Molta gente immagina che il sesso debba essere privo di gioia, di giochi frivoli, di fantasia e di posizioni attraenti. Pensa che debba essere triste come uno dei canti di lode della Chiesa. Al contrario, Dio è interessato alla vita sessuale felice dei credenti tanto che ha dato loro il suo regalo». La (come dire) “posizione del francescano” ventilata dal citato sacerdote ne ricorda un’altra resasi palpabile a Larino non appena s’era diffusa la notizia dell’insorgere dell’aids. L’allora Partito comunista, sempre pronto a dare visibilità alla propria parte su certe novità, aveva inviato sul posto il dottor Testa, allora primario del “Cardarelli”. Tra il pubblico, era presente pure un uomo di sicura fede (politica e religiosa), come potevano essercene negli Anni ‘70. Questi, nell’ascoltare il medico che, per fare meglio comprendere quanto andava dicendo, aveva avuto a citare all’uditorio le varie posizioni dell’amore, aveva citato – tra queste – pure quella insegnata dai missionari (faccia a faccia) quando la regola era ‘more pecudum’. Un altro spettatore, che gli era seduto accanto, fintamente, aveva fatto notare:”Ma che dicono questi?”. E l’altro, pronto e convinto:”Non ci far caso. Questi so’ comunisti!”.

IL CURIOSO ANAGRAMMA - Un devoto amico di Termoli (cui non è mai piaciuto di dovere ascoltare le imprecazioni blasfeme di cui molti sono soliti infarcire inutilmente i propri ragionamenti, ritenendo così di rafforzare certe strampalate tesi senza capo né coda) è giunto persino a consigliare ad alcuni suoi conoscenti, tutti incalliti bestemmiatori frequentati nelle ore libere, come ovviare ad un’abitudine così vana e tanto turpe. Il suggerimento che ha partorito da tempo è semplice: esso sarebbe quello di utilizzare, in luogo della blasfemia, dei surrogati quali il berlusconiano “cribbio”, oppure “sacripante” o – che so io – “orca l’oca”, “porca vacca” o “porco cane”; pure perché l’invettiva contro i nostri amici domestici appare essere largamente ammessa dal colto, dall’inclita e dallo stesso Ente per la protezione degli animali. Ma, se taluni sodali, dotati di una dose maggiore di ‘pietas’, hanno voluto adeguarsi ad una pretesa avanzata con tanta cortesia dall’amico termolese, tanti altri hanno preferito continuare nelle proprie intemperanze verbali, sostenendo che una cosa sarebbe inveire contro la divinità, altra l’uso di un termine succedaneo che – alla fine - non ti sarebbe di alcuna soddisfazione utilizzare, sia pure a mo’ di mero sfogo. Altri, infine, hanno voluto scervellarsi nel tentativo di fare fesso e gabbato il pio amico antiblasfemo; e, a loro volta, hanno scoperto che sarebbe stato possibile utilizzare il nome di una comunità friulana (quella di Codròipo) perché solo questa poteva fare al caso loro. E così è avvenuto il miracolo, e quel rinvenimento onomastico ha finito con il mettere d’accordo intemperanti e castigati verbali; questi ultimi almeno sinché non avranno scoperto che il nome di quel centro altro non rappresenta che il perfetto anagramma della più grave di tutte le bestemmie.

MASSONI - Chi conosce le segrete cose afferma che, nella Massoneria, il Maestro è unico (e prevalente) e che è legittimato a fregiarsi dell’appellativo “Grande”. Gli iscritti al “Grande Oriente d’Italia” di Palazzo Giustiniani, spalmati tra le varie comunità, grandi e piccole, dell’Abruzzo e del Molise, sarebbero circa 300. Nelle due realtà si è potuta registrare l’adesione di tanti giovani; e ciò viene ritenuto un evento dimostrativo “di come i nostri figli aspirino a non rimanere più inscatolati in temi sorpassati che non ci appartengono più”. Parola del Gran Maestro che non ha mai operato distinzioni per quanto riguarda la distribuzione degli iscritti tra le due regioni finitime. A tale proposito, non sarebbe irreale riferire, pure sulla scorta di notizie storiche, note a chi pratica la divulgazione, che per il Molise si tratterà certamente di un numero di adepti di gran lunga minore rispetto all’Abruzzo (60?).

Claudio de Luca

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