Un mare di gente colma piazza Duomo per i funerali di Salvatore De Gregorio: ciao maestro di vita!

TERMOLI. Una folla compatta e compita, che ha gremito quasi interamente il sagrato della cattedrale di Termoli e che certamente non è potuta entrare nella sua interezza nel duomo, ha accompagnato le esequie funebri del 60enne brigadiere capo della Polizia municipale di Termoli Salvatore De Gregorio, stroncato nella notte tra mercoledì e giovedì nella sua casa di via De Sanctis da un infarto.

Troppo noto in città, davvero popolare, come denotano le migliaia di partecipazioni al lutto sui social, anche perché lui, termolese verace, tanto da nascere il 4 agosto, giorno della festività di San Basso, aveva attraversato la storia della comunità in numerosi ambienti.

D’un tratto, via Duomo, la strada che dalla Torretta Belvedere conduce sino alla cattedrale, diviene troppo stretta e piccola per contenere il corteo, con davanti i Cavalieri di San Timoteo.

A celebrare la messa don Benito Giorgetta, suo amico. Sui banchi ci sono la sua famiglia, il sindaco, altri amministratori, i volontari della Misericordia, i suoi innumerevoli allievi di kung-fu, ora maestri grazie ai suoi insegnamenti, gli stessi Cavalieri di San Timoteo e la Polizia municipale, con in testa il reintegrato comandante Massimo Albanese.

Ci sono anche i rappresentanti di altri corpi e forze dell’ordine, come Vigili del fuoco, Polizia di Stato e Carabinieri.

In piazza Duomo schierate anche le vetture dei Vigili urbani.

Una messa che è stata inframezzata nella liturgia tradizionale da ben 6 messaggi, letti dal comandante Albanese, da un suo collega in uniforme, da due allievi di arti marziali, tra cui Bruno Fraraccio, da cugina e nipote.

Maestro di vita e grande campione le definizioni principi, oltre che amico, fratello, padre…

Raramente abbiamo vissuto a Termoli un lutto con così grande partecipazione e questo è il testimone e parimenti anche l’eredità morale che Salvatore lascia a tutti noi.

All’uscita un applauso roboante, sincero ha accompagnato il feretro sulla piazza e prima della benedizione, un saluto di tutti i suoi allievi in stile kung-fu, perché per i termolesi, quelli veraci come lui, era Salvatore kung-fu.