A 40 anni dalla strage di via Fani, «Giulio era fiero ed orgoglioso del suo lavoro»

Per non dimenticare gio 15 marzo 2018
Cronaca di Elisa Sarchione
1min
Giulio Rivera ©Web
Giulio Rivera ©Web

GUGLIONESI. Domani, venerdì 16 marzo ricorrerà il quarantennale della strage di Via Fani, nella quale persero la vita, per mano delle Brigate Rosse, i cinque componenti della scorta del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, tra i quali l’agente di Polizia guglionesano Giulio Rivera, che si trovava alla guida della tristemente nota Alfetta bianca sulla quale viaggiava la scorta.

L’assassinio di Rivera, all’epoca appena ventiquattrenne, rimarrà sempre una pagina dolorosa nella storia della comunità guglionesana: in paese è stata intitolata alla sua memoria una piazza, mentre a Campobasso porta il suo nome l’Accademia di Polizia, in segno di riconoscenza per il sacrificio del giovane agente bassomolisano caduto nell’adempimento del suo dovere. Abbiamo raggiunto telefonicamente la famiglia Rivera: «Questo è un periodo dell’anno sempre difficile per noi: avvicinandosi la data della ricorrenza, i ricordi di quei giorni terribili si fanno più vividi. Inoltre, per la mia famiglia sono giorni pieni di impegni: giovedì 15 marzo saremo a Roma, per la commemorazione di venerdì 16, mentre il 19 marzo ci sarà la cerimonia commemorativa al cimitero di Guglionesi», ci dice la signora Lina, cognata di Giulio Rivera. «Pensi che mio figlio è nato solo cinque giorni dopo la tragedia.

Porta il nome dello zio, e come lui, fa parte delle forze armate». Angelo Rivera, fratello dell’agente-eroe, ci regala in poche parole un ricordo commosso: «Giulio era fiero ed orgoglioso del suo lavoro, che svolgeva con impegno, ma anche con discrezione e serietà: in pochissimi erano a conoscenza del suo incarico». Che rapporto aveva con l’onorevole Moro? «Mio fratello, come ho detto, era riservato sul suo lavoro, ma lo descriveva come una persona squisita, diceva sempre che li trattava come figli». Che cosa prova nei confronti dei brigatisti responsabili dell’attentato? «Queste persone sono state giudicate dalle leggi dello Stato Italiano.

Posso solo dire che il dolore che mi porto dentro da quarant’anni non si è mai sopito. Ciò che mi dà un po’ di conforto è pensare che Giulio possa essere un esempio e un modello positivo per i giovani». Lunedì mattina 19 marzo, prima della cerimonia al cimitero, ci sarà un Consiglio comunale straordinario a Guglionesi, dalle 10.

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