Multe a chi rovista nei cassonetti, che boiata!

Assurdità mer 21 marzo 2018
Cronaca di Claudio De Luca
3min
Clochard rovista nei bidoni ©YouTube
Clochard rovista nei bidoni ©YouTube

LARINO. La notizia è nota: a Genova il sindaco ha disposto una sanzione amministrativa per un massimo di 200 euro (con pagamento del doppio del massimo o di 1/3 del minimo, a seconda di quale somma riesca più favorevole al trasgressore) a carico di chi venga sorpreso a rovistare nei cassonetti dei rifiuti in cerca di cibo. Ma è giusto verbalizzare nei confronti di chi si umilia perché non può mangiare? Sembrerebbe di sì se lo scopo sia soltanto quello di finire sulla Stampa.

Ad ogni buon conto il primo cittadino ligure arriva per secondo ove si consideri che già Virginia Raggi, a Roma, aveva “ordinato” la stessa cosa, colpendo i poveracci invece di pensare ad assisterli, facendo cassa sull’abuso dei cassonetti. Tra l’alto la sindaca è anche un avvocato, e sa bene di agire in una Città poco pulita, dove i frigoriferi vengono abbandonati in istrada e dove le aree verdi sono mal curate. Prima di lei il suo predecessore Alemanno avrebbe voluto eliminare le prostitute dalle strade, scordando che il reato sarebbe stato commesso solo nel caso che vi fosse stato un adescamento. Anche tempo addietro la miseria veniva combattuta con le sanzioni amministrative; ma i Sindaci che le infliggevano scordavano che manco il Codice penale le prevedeva più, fatta eccezione per la carità chiesta assillando il passante. I guai si sono allargati quando il Ministro dell’interno Minniti, pensando di far bene, ha autorizzato i Sindaci ad allargare le proprie potestà ordinatorie; ed alla fine sono arrivate le ‘multe’ anche per chi rovista nei cassonetti dell’immondizia in cerca di avanzi. In questi ultimi giorni hanno fatto discutere le pretese del Comune di Genova che ha apportato modifiche alle norme contenute nel proprio Regolamento di polizia urbana, introducendo nuovi «paletti» tra cui la sanzione di 200 euro per i ‘clochard’ (o per gli indigenti in genere) che vanno a caccia di qualcosa da mangiare nei contenitori dell’immondizia.

Però, una volta accortisi che la cosa avrebbe fatto discutere, il Sindaco si è lasciato ad attenuare:”Applicheremo la regola con criterio e con rispetto nei confronti delle persone indigenti”. Il dilemma che il capoluogo ligure ha dovuto affrontare è lo stesso che altre città italiane si sono trovate sul tavolo: come far convivere il rispetto del decoro urbano con la povertà e con l’emarginazione? Quando gli amministratori di Palazzo Tursi hanno dato il via ad una sorta di «pacchetto sicurezza» hanno dovuto muoversi su più fronti, da un lato recependo le novità del decreto Minniti che abilita i primi cittadini a chiedere il ‘Daspo’ per i commercianti abusivi, per i parcheggiatori non autorizzati e per i questuanti molesti; dall’altro hanno introdotto sanzioni pecuniarie per chi vende merce contraffatta. Ma la norma contestata (che ha dato il via alle polemiche) è stata quella di far verbalizzare a carico di chi fosse stato sorpreso a cercare cibo all’interno dei bidoni dell’immondizia. Ma, se c’è qualcuno che non riesce a mangiare decentemente perché non ha soldi, come potrebbe poi avercene per pagare una multa così esosa? Su ‘Facebook’ si è costituito subito un gruppo che, oltre a manifestare il dissenso al regolamento, ha diffuso un dossier sulla povertà a Genova, ponendo in evidenza che la città ha perduto nell’ultimo decennio 7.000 posti di lavoro e che la fascia della popolazione esposta al rischio-povertà (cioè che potrebbe non essere più in grado di garantirsi un reddito minimo di mantenimento) è passata dal 2007 al 2016 dal 21,3 al 23,9% (il dato più alto di tutto il Nord Italia).

E’ stato spiegato che la ‘ratio’ del provvedimento è di natura igienica. Chi cerca cibo finisce per lasciare rifiuti a terra e questo sarebbe un richiamo per i ratti. Questo è vero. Ma, per sanzionare, non è sufficiente trovare qualcuno a “rovistare” nei cassonetti. E’ sicuramente necessario, sulla scorta del principio della personalità della pena, trovare anche questo qualcuno che imbratta il suolo pubblico. Diversamente la ricerca di roba da recuperare con l’uncino non è un comportamento tale da essere ritenuto vietato. Tutto ciò posto, occorre proprio dire che ordinanze del genere non hanno fondamento alcuno.

Claudio de Luca

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