A 32 anni dal delitto di Larino: la storia del generale Antonio Cristinziani

Flashback mar 17 luglio 2018
Cronaca di Claudio de Luca
3min
Tribunale di Larino ©TermoliOnLine
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LARINO. Il prossimo 31 luglio 2018 saranno scaduti, esattamente, trentadue anni dall’assassinio del generale Antonio Cristinziani, consumato in una campagna posta nella immediata periferica dell’abitato di Larino. Si trattò di una vicenda cruenta, rimasta ancora ben viva in Paese non solo per le modalità con cui ebbe a svolgersi quand’anche grazie alla notevole caratura del personaggio.

Si trattò di un delitto qualificabile “perfetto”, vale a dire di un omicidio compiuto in modo tale da non lasciare alcun indizio atto a guidare l’Autorità inquirente all’identificazione dell’autore. L’alto ufficiale, da tempo in pensione, venne soppresso - probabilmente - a colpi di ascia; ma l'arma che gli fu fatale non venne mai ritrovata, ad onta di ogni assidua ricerca posta in essere dalle Forze dell’ordine. Il suo corpo fu rinvenuto il giorno dopo da un graduato della Polizia stradale ch’era suo vicino di campagna e che, bene spesso, usava dargli una mano, collaborando con lui nel buon andamentoi dei lavori orticoli. Dopo le prime indagini, alcune settimane dopo l'omicidio, fu tratto in arresto dai Carabinieri. un uomo del paese a cui – in un primo tempo – si volle accreditare il delitto. Successivamente questi venne scagionato in grazia di un alibi che lo rendeva estraneo ai fatti. Ma non finisce qui perché, diciassette anni dopo, la Procura della Repubblica di Larino riaprì le indagini per l'omicidio, disponendo la riesumazione della salma. La nuova autopsia fu effettuata dal prof. Luigi Strada dell'Universita' di Bari. A far riaprire il caso furono nuovi particolari, prima ignoti agli inquirenti, attivati dopo che la Tenenza della Guardia di Finanza di Larino ritrovò, casualmente ed inopinatamente, all’interno del casolare di campagna, alcune armi.

Famiglia originaria di Montorio nei Frentani, il generale era stato il secondogènito di cinque figli. Pur essendosi laureato in legge nell’Ateneo di Firenze, preferì dedicarsi alla carriera militare. Un altro fratello, Davide,dopo di avere praticato un’identica tipologia di studi nell’ ‘Alma Mater’ di Bologna, volle abbracciare la medesima carriera, fino a conseguire il grado di generale nell’Arma dei Carabinieri. Delle vicende di Antonio dà conto, con una breve nota biografica, il cultore di memorie larinesi, il sociologo Berardo Mastrogiuseppe:”Richiamato alle armi, nel 1936, in qualità di sottotenente di complemento nel XXXI Reggimento di Fanteria di stanza a Napoli, avrebbe voluto partire per l’Africa orientale italiana; ma, solo due anni dopo, riuscì ad essere destinato in Spagna, dove rimarrà fino al 1939”. Nel 1947 finì nella Polizia, chiudendo la propria carriera per finire in pensione da generale.

Le vicende belliche vissute nella penisola iberica furono per molti versi rocambolesche. Tali le definirono tanti testimoni che citarono anche i commilitoni presenti con lui a Guadalajara (tra cui molti di Larino): Michele Gioia, Alfredo Lanosa, Michele Milano, Vincenzo Bizzarro, Primiano De Vito, Antonio Vincelli, Domenico Verdecampo, Pasquale Sampiello, Luigi Tamilia, Giuseppe Facchino, Eduado Castaldi, i fratelli Pardo e Paolo Battista, Giuseppe Danese ed Antonio Ferritti. Una testimonianza lo ricorda raccontando episodi salienti che sottolineano “la stima e la fiducia dei suoi superiori, dei colleghi e dei dipendenti”. Il Ministero stesso lo insignì di una Croce di guerra conseguita a Mirartojanca nel 1938, di una d’argento al valor militare guadagnata a S. Colonna de Queralt nel 1939 e poi di una seconda assegnata in virtù “di un’arditissima operazione in cui si era posto alla testa di un audace manipolo d’uimini con cui aveva guadagnato posizioni nemiche, uomini e materiali”. Purtroppo, nonostante tanto fulgore documentato in atti, il generale Antonio Cristinziani è stato ucciso da mano anònima nella maniera che si è descritta, ponendo fine ad una vita illustre tutta dedicata alla Patria in armi.

Claudio de Luca

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