Strage di braccianti a Ripalta, Vaccaro forma il pool anti-caporalato in Procura

L'inchiesta gio 09 agosto 2018
Cronaca di La Redazione
1min
Vaccaro intervistato sul luogo della strage ©Web
Vaccaro intervistato sul luogo della strage ©Web

TERMOLI. Prosegue la duplice indagine sulla strage di Ripalta alla Procura di Foggia. Accertamenti sono in corso sulle aziende, una molisana, che ha sede a Campomarino, e altre pugliesi, per le quali lavoravano i 12 braccianti nigeriani morti il 6 agosto scorso nel tragico schianto all'altezza dello svincolo per Lesina sulla Statale 16. Nell'indagine della Procura di Foggia, al momento a carico di ignoti, si ipotizza il reato di intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento del lavoro, cioè di caporalato.

«Un pool di magistrati è al lavoro per accertare le condizioni di lavoro e quelle di trasporto - spiega il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro - e anche per capire se il trasporto di braccianti sui campi fosse gestito e organizzato dalle stesse aziende agricole». Al momento sono state identificate solo sette delle 12 vittime, 11 delle quali erano nigeriane e una sola, l'autista del mezzo, proveniente dal Marocco. I sette erano regolarmente assunti, come risulta dalla documentazione in corso di acquisizione. I due braccianti sopravvissuti all'impatto, e attualmente ricoverati nell'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, sono stati già ascoltati dagli investigatori che hanno raccolto le loro dichiarazioni, sia per ottenere indicazioni sulla dinamica dell'incidente, sia per avere informazioni su tempi, compensi e modalità del loro lavoro nei campi.

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