Tracce di gruppi dell'Età del Bronzo, gli scavi archeologici a Guglionesi

mar 03 ottobre 2017
Cultura e Società di Emanuele Bracone
2min
Tracce di gruppi dell'Età del Bronzo, gli scavi archeologici a Guglionesi ©n.c.
Tracce di gruppi dell'Età del Bronzo, gli scavi archeologici a Guglionesi ©n.c.
GUGLIONESI. Si è appena conclusa la campagna di scavi archeologici presso la Grotta di Colle Bianco nel Comune di Guglionesi, condotta dall’Università degli Studi del Molise, sotto la direzione scientifica delle professoresse Antonella Minelli e Maria Assunta Cuozzo del Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione e la partecipazione di studenti, laureati e dottorandi dell’ateneo molisano. Le attività di ricerca, svolte in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologica del Molise e il supporto logistico e finanziario del Comune di Guglionesi e della Pro Loco di Guglionesi, hanno permesso di approfondire le conoscenze sulle presenze più antiche di gruppi umani nella zona del Basso Molise. L’area della Grotta di Colle Bianco era già nota per la sua importanza geologica e speleologica e per le ricerche effettuate negli anni ’70, nelle zone immediatamente adiacenti alla stessa, dall’archeologo G. Barker, con il progetto “Biferno Valley Landscape Archeology” (1974). In quell’occasione il Barker non aveva segnalato la Grotta come un contesto potenzialmente interessante dal punto di vista archeologico, ma l’attivazione di un nuovo progetto di ricognizione, promosso dall’Università del Molise e dalla Soprintendenza archeologica nel 2015-16, ha reso possibile l’integrazione di questo sito all’interno delle importanti evidenze archeologiche della Regione. Alla segnalazione ha fatto seguito l’impostazione di una campagna di scavi, realizzata nella seconda metà di settembre di quest’anno, finalizzata alla verifica di interesse archeologico e alla conferma che si tratterebbe di un sito sfruttato per scopi insediamentali e di sopravvivenza quotidiana a partire dall’Età del Bronzo (ca. 2.500 a.C), con resti che farebbero pensare a una comunità che non ha abitato effettivamente la Grotta al suo interno, ma ha fruito della presenza di un corso d’acqua e di risorse vantaggiose nel riparo e nella zona immediatamente antistante la grotta. Ne comprovano l’ipotesi, il ritrovamento di frammenti ceramici di contenitori di uso quotidiano, a volte riportanti motivi decorativi diagnostici, industria litica, quali punte di freccia, supporti laminari in selce e lamelle in ossidiana, oltre resti di macina e pesi in pietra. L’intervento di scavo, effettuato nella seconda metà di settembre, ha posto le basi per la continuazione delle ricerche, che ci si augura di proseguire il prossimo anno, per poter registrare e documentare l’ulteriore presenza di strutture e materiali che completino il quadro delle conoscenze acquisito finora e ne confermino l’importanza archeologica per la ricostruzione della nostra storia più antica.
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