Il Duce cittadino onorario? In Molise solo Termoli non l’ha voluto

Rewind ven 17 novembre 2017
Cultura e Società di Claudio De Luca
3min
Benito Mussolini ©ctrlmagazine.it
Benito Mussolini ©ctrlmagazine.it

TERMOLI. Certo il fatto è curioso assai. Periodicamente leggiamo che questa o quella Comunità (ancora poche per la verità) intende ritirare la cittadinanza onoraria conferita al Duce a cavallo degli anni tra il 1923 ed il 1924. Ma ancora più bizzarro è il dover prendere atto che i difensori più motivati del Capo del Fascismo non siano certi inveterati nostalgici del Ventennio nero quanto piuttosto gli amministratori del Pd e quelli del Centrosinistra in genere. Segno evidente, da una parte, della complessità della materia storica e, dall’altra, del reiterarsi delle antiche diatrìbe tra fazioni. Chi è consapevole che si debba assolutamente rimediare a certi errori è il giovane Segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, originario di Ururi, che ha chiesto al Ministro Minniti di fornire una mappatura dei Comuni che hanno revocato l’antico omaggio all’allora Presidente del Consiglio. Ne ha tratto un elenco in cui spicca Napoli (che ha “cancellato” l’uomo di Predappio nel 1944), Firenze e Torino (nel 2014), Anzola, Aulla, Fossombrone, Maenza, Rivoli, Salerno e Torre Pellice. Termoli ha provveduto qualche anno fa. Contro la rèvoca risulta che abbiano votato Aosta, Augusta, Brescia e Ravenna (sia pure giustificando tale presa di posizione per evitare di correre il rischio di far dimenticare i “mali” causati dal Fascismo. Tra quei Sindaci che non intendono provvedere a tanto c’è quello di Bergamo Giorgio Gori che, dal 2014, è alla guida di un Esecutivo di Centrosinistra (“La cittadinanza di Mussolini deve continuare a costituire un avvertimento”).

Chi è convinto che il Duce non possa essere “uno di noi” è stato il Consesso civico di Palazzo S. Antonio, nonostante i consiglieri siano apparsi divisi. La revoca della cittadinanza onoraria fu proposta, a Termoli, da un consigliere di minoranza. Furono 10 i voti a favore, 5 i contrari, 8 gli astenuti. Tra chi votò contro ci fu Michele Marone (Centro destra):”Si tratta di fatti accaduti quando noi non c'eravamo". Un “compagno” stretto di chi aveva proposto la revoca al Duce dichiarò:"Le differenze arricchiscono. La storia non va processata, in ispecie quando possa essere un ammonimento a non ripetere determinati errori. Quindi non partecipo al voto perché questo tema non appartiene alla nostra generazione". Per altri “La storia non si cambia perché è già stata scritta. Lo stesso vale per la vicenda terrena di Garibaldi”. In sostanza, a Termoli operò un movimento fascista tra i più determinati e violenti del Molise. Già nel 1923, poco dopo la marcia su Roma, la piazza principale fu intitolata al Capo del Fascismo. L’anno appresso la cittadina entrò nell’Associazione dei Comuni fascisti e, subito dopo, Mussolini (deliberazione consiliare n. 19) fu nominato cittadino onorario. «Il Consiglio constata le altissime benemerenze di S.E., la cui multiforme opera di statista e di uomo di Governo ha salvato l’Italia dal baratro dell’anarchia e del fallimento, valorizzando la vittoria conquistata col sangue dei nostri eroi, ridando rigore e rispetto alla legge, restaurando l’esausto bilancio statale, ravvivando le sorgenti del lavoro e della ricchezza nazionale, rendendo temuto e rispettato il nome d’Italia nel mondo».

Negli Anni ‘20, a Bologna, vollero esagerare; e, insieme alla cittadinanza, conferirono a Mussolini persino una ‘laurea ad honorem’ in legge. Il Duce preparò accuratamente una tesi su Niccolò Machiavelli, ma poi la cerimonia saltò e lui non poté calzare il serto di lauro. Rischiò di restare anche senza cittadinanza nell'ottobre 2009, quando un grillino presentò una mozione per spodestare Benito del titolo di bolognese d'adozione. La proposta fu respinta. Così il Duce rimase, nell'anagrafe del capoluogo emiliano, in compagnia di altri cittadini acquisiti, più o meno illustri: Garibaldi, Gorbaciov, il Dalai Lama e ... Roberto Saviano. Nell'ottobre 1924 il Duce prese due piccioni con una fava a Cinisello Balsamo, che allora si divideva ancora in due paesi. Dopo la sua visita, in tenuta da pilota, al campo di aviazione di Cinisello, i due Comuni si accordarono per conferire entrambi l'attestato al Duce, in modo da evitare rivalità campanilistiche.

Claudio de Luca

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