Enogastronomia e Turismo, all'Unimol seminario sulla Tintilia

Esperienze sensoriali sab 12 maggio 2018
Cultura e Società di La Redazione
2min
Seminario sulla Tintilia Unimol ©Termolionline.it
Seminario sulla Tintilia Unimol ©Termolionline.it

TERMOLI. Gli studenti del corso di studi in Enogastronomia e Turismo dell’Unimol di Termoli, oltre alle normali attività accademiche, si trovano a fronteggiare quotidianamente, numerose attività di tipo esperenziale, attraverso il contributo di professionisti del mondo produttivo. In tal senso è andato l’incontro nei giorni scorsi, organizzato dal docente del modulo di Enologia, Sebastiano Di Maria, che ha visto l’intervento del funzionario dell’ufficio vitivinicolo dell’Arsarp, Pierluigi Cocchini, sviluppando la tematica Tintilia, dagli aspetti viticoli a quelli di tecnica enologica, dagli aspetti storici a quelli sensoriali.

“La Tintilia fa parte di quella famiglia enorme di vitigni autoctoni che costituiscono un’ultima frontiera, un modo per rispondere localmente agli impulsi globalizzanti, una risposta all’omologazione, ridando voce ai territori, attraverso dei prodotti che solo certi territori possono produrre”, queste le parole di Rossano Pazzagli, docente di storia moderna, nella sua introduzione. Lo stesso, poi, ha messo in evidenza l’importanza del legame con il territorio, perché “il nostro è un corso di studio che lega il turismo al territorio e il vino costituisce, nel nostro Paese, l’esempio più lampante di questo legame”. Cocchini ha esortato gli studenti presenti a dover approfondire queste tematiche: “visto quello che è il vostro indirizzo di studi e quello che sarà il vostro lavoro futuro, di sicuro l’aspetto comunicativo è fondamentale, questo presuppone una grande passione e una grande preparazione; ci sono troppi improvvisatori in giro”.

Per quanto attiene agli aspetti più tecnici, lo stesso ha spaziato in lungo e largo su tutte le tematiche inerenti il vitigno e il relativo vino, evidenziandone peculiarità o sfatando anche luoghi comuni. “Una delle caratteristiche delle uve Tintilia è la grande quantità di acido malico, che la rende più difficile da vinificare; l’altro aspetto particolare è il colore, di cui, a dispetto di quanto se ne dica, tende subito al granato, quindi, non è assolutamente vero che tinge”, non solo, ma ciò che rende particolare il suo vino “è la caratteristica speziatura, unica, inconfondibile, differente dagli altri”, quindi non omologabile, non riproducibile.

Di sicuro la parte più partecipativa, che ha permesso anche il confronto fra i diversi esperti presenti, anche tra gli studenti, è stata l’analisi sensoriale di tre etichette di Tintilia, differenti per zone di produzione. Interessante è stata l’individuazione di quei caratteri sensoriali che contraddistinguono i vari areali, che Cocchini ha riassunto in questa maniera: “nelle zone più fredde è un vino un più magro, con tannini più spigolosi e una nota speziata molto forte, viceversa nelle zone più calde è più rotonda e, oltre allo speziato, i vini sono caratterizzati da una leggera nota fruttata”.

“Si è trattato di un primo approccio al mondo produttivo per gli studenti, altri ne seguiranno, e non potevamo partire diversamente se non con la Tintilia, un vitigno che ha trovato nel Molise, negli ultimi due secoli, la sua dimensione, tanto da renderlo unico, anche dal punto di vista genotipico, da quella che è la sua matrice spagnola”, chiude il docente del corso Sebastiano Di Maria, lasciando aperta la strada ad altre iniziative in tal senso.

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