Festeggiamenti dedicati ai Santi martiri Primiano, Firmiano e Casto

Maggio larinese lun 14 maggio 2018
Cultura e Società di La Redazione
6min
Martiri larinesi ©Diocesi Termoli-Larino
Martiri larinesi ©Diocesi Termoli-Larino

LARINO. Entrano nel vivo i festeggiamenti dedicati ai Santi martiri Primiano, Firmiano e Casto, compatroni di Larino e della Diocesi.

Martedì 15 maggio 2018 ricorre la solennità di San Primiano.

Il programma prevede alle 8 la messa in Cattedrale e, a seguire, la processione fino alla chiesa dei Santi Martiri larinesi per la celebrazione, alle 10.30, di una seconda funzione. Al termine di questa messa la processione riprenderà costeggiando l'anfiteatro dove ci sarà una piccola sosta con benedizione (in passato la messa veniva celebrata proprio all'interno dell'anfiteatro romano) per poi raggiungere la cappella di San Primiano, oggi situata al cimitero. In questo caso, così come avvenuto lo scorso 3 maggio, inizio del 'maggio larinese' l'intero corteo sarà preceduto da tanti bambini con i caratteristici “Palii”, consistenti in lunghe aste di legno sulla cui sommità sono posti drappi multicolori e multiformi, finemente lavorati, per indicare il trionfo della fede ottenuto con il sacrificio della vita.

Alle 18 solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo, Gianfranco De Luca, che impartirà anche il sacramento della Cresima. Seguirà la processione con le reliquie di San Primiano (un frammento osseo dello stesso Martire contenuto nell’artistico braccio benedicente, realizzato nel XV secolo) per le vie del centro storico medievale.

Mercoledì 16 maggio 2018 commemorazione liturgica dei Santi Martiri Larinesi Firmiano e Casto con una messa celebrata alle 19 in Cattedrale.

Si tratta di un evento di fede, comunione, riscoperta di una lunga storia e di particolare coinvolgimento popolare: come ricorda Giuseppe Mammarella, responsabile dell'Archivio storico diocesano, proprio “la presenza cristiana nell’attuale territorio molisano è documentata, all’inizio del IV secolo, dal sacrificio dei Martiri Larinesi Primiano, Firmiano e Casto”.

I Santi Martiri Larinesi, Compatroni di Larino e diocesi (a cura di Giuseppe Mammarella)

Particolari manifestazioni in onore dei santi Primiano, Firmiano e Casto, Compatroni di Larino e diocesi, si svolgono nella città frentana tra la prima e la seconda decade di ogni mese di maggio. Esse iniziano il giorno 3 quando viene prelevato il simulacro del primo Martire dalla chiesa omonima e condotto processionalmente in cattedrale. Il corteo è preceduto da centinaia di fanciulli che portano i caratteristici “Palii”, consistenti in lunghe aste di legno sulla cui sommità sono posti drappi multicolori e multiformi, finemente lavorati, per indicare il trionfo della fede ottenuto con il sacrificio della vita. Il giorno 15, la statua di San Primiano, sempre con la partecipazione dei bambini con i “Palii”, viene ricondotta della sua abituale dimora, dopo una sosta nei pressi dell’anfiteatro romano, mentre, in serata si svolge un’altra suggestiva processione, per il centro storico medioevale, con un frammento osseo dello stesso Martire contenuto nell’artistico braccio benedicente, realizzato nel XV secolo.

La presenza cristiana nell’attuale territorio molisano è documentata, all’inizio del IV secolo, dal sacrificio dei Martiri Larinesi Primiano, Firmiano e Casto.

A Larino, dunque, città tra le più antiche e ricche di storia ed al centro di una rete viaria di primaria importanza, è attestata l’organizzazione di una comunità di cristiani, proprio nel periodo indicato, grazie alla memoria dei suoi Martiri, trucidati sotto Diocleziano, tra il 303 ed il 304.

Salvo qualche rara eccezione, non si hanno fonti storiche scritte, contemporanee o immediatamente successive, sulla vita e le opere di coloro i quali testimoniarono, agli albori del cristianesimo, la propria fede con il sacrificio della vita. Anche per i Santi Larinesi, quindi, bisognerà attendere i secoli seguenti per trovare accenni consistenti in varie documentazioni. Erano tempi, però, in cui il campo dell’agiografia veniva invaso da colorite leggende che interessavano i martiri in particolare, specie i più popolari.

Neanche per i nostri Santi furono risparmiate narrazioni fantasiose. Su di loro, infatti, tra l’XI ed il XII secolo, fu redatto un “Passionario” che lo storico mons. Tria attribuisce a “qualche affettato, e ignorante scrittore” perché considerato “un miscuglio pieno di cose vere e finte […] per gli anacronismi, per le contradizioni, e fatti favolosi”.

Per i primi secoli, oltre alla ininterrotta tradizione orale, esiste una preziosa documentazione archeologica che potrebbe confermare il culto a Larino dei Santi Primiano, Firmiano e Casto. Si tratta di una basilica paleocristiana del IV o V secolo sorta, probabilmente, sul luogo del loro martirio avvenuto, secondo una plurisecolare memoria, mediante decapitazione. In quel sito venne rinvenuta la lapide, oggi non più esistente, posta sulla cavità dei loculi, di cui parla mons. Tria. La lastra in questione, di certo non contemporanea alla primitiva sepoltura ma, probabilmente, appartenente all’epoca della traslazione dei sacri corpi da Larino a Lesina e cioè al IX secolo, presentava la seguente iscrizione preceduta da un segno di croce: “in pace Christi: locus Primiani Firmiani et Casti MM. qui passi sunt sub Diocletiano”. Non è da escludere che l’epitaffio possa essere stato posto sul sepolcro dei tre Martiri dai Benedettini che, proprio in quel posto, edificarono, tra l’VIII ed il X secolo, un loro monastero dedicandolo a San Primiano.

Tale complesso, intorno al 1300, venne assorbito dall’Ordine di Malta con il titolo della celebre “Commenda di San Primiano”. Per volere del vescovo di Larino mons. Carlo Maria Pianetti (1705-1725), in quel posto venne edificata l’attuale cappella di San Primiano, oggi chiusa dal cimitero omonimo.

Tra le prime testimonianze scritte riguardanti la particolare devozione verso i Santi Martiri Larinesi sono da considerare i due Atti di San Pardo vescovo, Patrono principale di Larino e diocesi: quello più conciso, di autore ignoto del secolo X, tratto dagli antichi Santorali della chiesa larinese, confrontati con altri codici manoscritti e con quello vaticano contrassegnato con il n. 5834, e l’altro più esteso, compilato tra il XII ed il XIII secolo, da Radoino, un levita larinese, su insistente richiesta di una pia donna di nome Mirata.

Ambedue le fonti si interessano di come, nell’842, i lesinesi ed i lucerini “presero di nascosto i due corpi dei Santi Primiano e Firmiano” da Larino, dove “riposavano, e li portarono a Lesina”, facendo rivivere l’atmosfera religiosa del tempo basata sui numerosi trafugamenti di reliquie, comuni durante tutto il Medioevo. Giovanni Battista Pollidoro, nel suo commentario del 1741, fa notare che quei larinesi scampati dalla strage operata dai Saraceni poco tempo prima, “sentirono che la più grande sventura era caduta sulla loro città, quando trovarono vuoti i venerati sepolcri dei Santi Martiri”.

A Lesina fu subito innalzato un grande tempio in loro onore. Nella seconda metà del XVI secolo, in seguito alla distruzione della città lacuale causata da una inondazione del mare, le reliquie dei Ss. Primiano e Firmiano furono traslate nella chiesa dell’Annunziata di Napoli dove sono tuttora custodite.

Sono numerose le prove scritte che attestano la venerazione dei tre Martiri Larinesi nel secondo millennio. Tra le tante testimonianze storiche, da ricordare almeno quella del papa San Giovanni Paolo II fatta nel suo primo discorso pronunciato in terra di Molise il 19 marzo 1983. Il pontefice, in quell’occasione così si espresse: “Affido questi pensieri […] ai Santi Martiri Larinesi, la cui intercessione invoco oggi, in modo particolare, per voi tutti, perché, come loro, sappiate vivere con rinnovato impegno le esigenze della fede e della solidarietà umana, di cui essi furono testimoni e campioni esemplari”.

Poiché si è accennato alle reliquie dei Santi Primiano e Firmiano, prima trafugate dai lesinesi e lucerini e poi traslate a Napoli, ma non si è fatta alcuna menzione dei resti mortali di San Casto, probabilmente rimasti sempre a Larino perché, secondo la tradizione, non rinvenuti in tempo utile, è opportuno rammentare che essi, nel 1833, furono traslati dalla cattedrale di Larino alla novella chiesa della “Visitazione” della stessa città frentana.

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