‘Fortunale’, le Tremiti ancora protagoniste nel nuovo romanzo di Emma Santoro
TERMOLI. La libertà dell’infanzia, il fascino della natura, la curiosità per la Storia mescolati in episodi quotidiani esilaranti o drammatici. La scrittrice Emma Santoro ci ha raccontato cosa si cela dentro e fuori dalle pagine del suo quinto lavoro, ‘Fortunale’, ambientato ancora una volta nella sua terra d’origine, le isole Tremiti.
A metà fra il romanzo storico e di formazione, il libro ha al centro il piccolo Fortunato, che cresce e trascorre i suoi anni più spensierati sull’isola di San Nicola esplorando la bellezza selvaggia della natura, ascoltando affascinato i racconti storici degli anziani, giocando vivace e irrequieto. Da questa caratteristica gli proviene il soprannome che, in un gioco di parole con la tempesta, dà il titolo all’opera. Fino a quando un potente fortunale non arriva davvero…
“Fortunato sono un po’ anche io,” spiega l’autrice, “che sono stata arricchita dai racconti dei vecchi isolani. La mia infanzia e adolescenza alle Tremiti sono state davvero felici e fortunate, tanto da farmi sentire quasi un debito verso quel luogo e i suoi abitanti”. Un debito trasformato in un corpus di opere narrative accomunate da ambientazioni e tematiche ricorrenti, e che a detta di Emma è ancora ben lontano dall’essere concluso. Le Diomedee sono infatti per l’autrice fonte inesauribile di aneddoti culturali e storici, oltre che di emozioni e stimoli rari.
In questo come in tutti i suoi romanzi, Emma Santoro inserisce in una cornice di finzione i suoi ricordi, riporta avvenimenti storici reali per far scoprire, in maniera lieve e coinvolgente, la vita isolana del secolo scorso, quella che oggi quasi nessuno conosce o ricorda più. Come quel devastante fortunale che apre e chiude l’arco narrativo.
“Tremiti ha una natura prepotente, che ti dà tanto ma altrettanto ti toglie, come il mare” afferma piena di sentimento e solennità l’autrice, e ad ascoltarla - e poi a leggerla - viene spontanea un’analogia con ‘I Malavoglia’ di Verga.
Non teme affatto la pagina bianca, Emma, che svela infatti di avere già pronti altri due lavori a cui manca solo una limatura. Questa prolificità le risulta facile e naturale perché, afferma, oltre a dedicarsi al lavoro e alla famiglia non fa che leggere e scrivere, di continuo. E nel processo di revisione non si appoggia che a pochi fidati lettori, dopodiché… “Ben vengano anche gli errori e i refusi: sono anch’essi prodotto di chi scrive, quindi autentici. Siamo umani.”
La scrittrice rivela anche una passione per l’oggetto-libro e una cura quasi maniacale della linea grafica di tutta la sua produzione, che ha ideato personalmente sin dall’esordio e per la quale si affida sempre a figure professionali di fiducia e di alto calibro. Così come maniacale è la cura della lingua: da buona insegnante di lettere ama giocare con le parole e usare espressioni ricercate, non per vezzo ma per amore e divulgazione della nostra variegata lingua. ‘Fortunale’ è ricco anche di vernacolo tremitese, che Emma ci ricorda essere quasi un idioma a sé, senza contaminazioni delle regioni vicine, assimilabile tutt’al più al napoletano antico.
Emma Santoro, di famiglia tremitese, vive a Termoli dove insegna lettere in un istituto tecnico, al Boccardi-Tiberio. Ha esordito con ‘Di mare e di lentisco’ nel 2012, per poi ricevere il Premio Molise per la narrativa nel 2017 con la sua quarta opera, ‘L’isola negata’, edito da Carabba e il cui titolo – ci tiene a sottolinearlo – le è stato suggerito da suo marito Gabriele. È idea della figlia Lucrezia, invece, il titolo di ‘Fortunale’, che sarà presentato ufficialmente sabato 14 luglio presso la libreria Fahrenheit a Termoli.