A 500 anni dallo sbarco dei dalmatini a San Felice del Molise

Ricorrenze mar 03 luglio 2018
Cultura e Società di La Redazione
3min
Iniziative per l'anniversario ©TermoliOnline.it
Iniziative per l'anniversario ©TermoliOnline.it

SAN FELICE DEL MOLISE. Sono trascorsi cinquecento anni dalla venuta dei “Dalmatini nella Terra di San Felice”. In occasione dell'importante anniversario (1518-2018) riuscite le numerose iniziative organizzate nei territori di minoranza linguistica croata volte a consolidare un evento storico e carico di significato che rinnova identità e fede cristiana. Sabato 30 giugno e domenica primo luglio presenti a San Felice del Molise l'arcivescovo di Split-Makarska, Marin Barišić, delegazioni croate oltre a numerose autorità regionali e locali. Gli eventi sono condivisi dalla Diocesi di Termoli-Larino, dalla parrocchia di “Santa Maria di Costantinopoli” di San Felice con il parroco, don Angelo Giorgetta, e patrocinati dal Comune di San Felice.

Il quinto centenario dalla ricostruzione di San Felice del Molise mette in risalto la tenacia degli antenati che, costretti a fuggire dalla Dalmazia durante l'invasione Ottomana, pur di conservare Fede e Libertà hanno tenacemente dissodato palmo a palmo queste terre per dare un futuro alle loro famiglie, per insediarsi contribuendo al miglioramento del territorio di chi li ha ospitati custodendo la lingua, i costumi e una fede radicata. Una storia arrivata fino ad oggi e che continua con gioia nel segno della condivisione tra le due sponde dell'Adriatico e nei paesi di minoranza croata: San Felice del Molise, Montemitro e Acquaviva Collecroce. All'importante anniversario è dedicata anche la mostra diocesana “Incipit: radici e arte di un popolo” allestita al Palazzo Vescovile di Termoli.

Il programma di sabato 30 giugno ha previsto l'apertura ufficiale dell'evento con l'accoglienza dell'arcivescovo di Split-Makarska, del vescovo di Termoli-Larino Gianfranco De Luca, del presidente della Regione, Donato Toma, del sindaco del centro croato gemellato di Omis, Ivo Tomasović e di tutte le autorità istituzionali, da parte del Sindaco, Fausto Bellucci, nel salone consiliare del Comune di San Felice. Sono seguiti gli interventi delle autorità regionali e locali presenti con i sindaci del territorio e degli altri centri di minoranza linguistica croata: Acquaviva Collecroce e Montemitro. Le delegazioni hanno poi raggiunto la chiesa parrocchiale di “Santa Maria di Costantinopoli” dove, con grande emozione, è stata scoperta la gigantografia commemorativa dedicata alla trasmigrazione dei croati dalla Dalmazia al Molise nel 1518. E' seguita la presentazione del libro “L'arte nelle chiese di San Felice, Montemitro e Acquaviva Collecroce” a cura del parroco. Ancora, un concerto di musica sacra diretto dal maestro Antonio Famiglietti all'organo barocco con accompagnamento di violino e cantante lirica. In serata, uno stand gastronomico con l'esibizione folkloristica e mostra fotografica ed etnografica in Piazza “Antonio Zara”.

Il programma di domenica primo luglio ha previsto, in mattinata, l'esibizione del gruppo storico “Giovanna I D’Angiò” di Colletorto con tamburi e sbandieratori, partito dalla chiesa parrocchiale fino alla chiesa di San Felice Papa, dove ha accolto gli ospiti convenuti per la festa. La solenne Celebrazione Eucaristica è stata presieduta dall’Arcivescovo di Split-Makarska. Al termine della funzione, rievocazione storica sul piazzale della chiesa di “S. Felice Papa”, dedicata alla guerra contro l'Impero Ottomano, alla fuga dei “Dalmatini” e all'accoglienza da parte dei fratelli feudatari di Larino, Ettore e Pardo Pappacoda. Gli eventi si sono conclusi in serata al palazzo vescovile di Termoli con il vernissage a cura dell'ufficio beni culturali della Diocesi e dell'associazione 'Pietrangolare' della decima Mostra Diocesana “Incipit: Radici e arte di un popolo” alla presenza dell'Arcivescovo di “Split-Makarska” e delle autorità istituzionali.

Il parroco, don Angelo Giorgetta, ha ringraziato tutti i presenti e coloro che hanno contribuito alla riuscita degli eventi rinnovando un impegno condiviso lungo un percorso di fede, storia e identità culturale.

Per l’arcivescovo croato Marin Barišić, «Sono stati due giorni molto intensi con tanti contenuti diversi programmi la gente ha partecipato perché vuole ringraziare i propri antenati anche liturgicamente attraverso l’eucarestia solenne e anche con un fatto culturale con questa esposizione che apre le finestre dall’una all’altra sponda verso Mare Adriatico Dalmazia e Croazia e uno sguardo verso i fratelli che vivono in Molise c’è tanto spazio per creare qualcosa di nuovo attraverso il ponte della minoranza croata in Molise è ancora di più sul piano della chiesa unendo le due chiese spero che abbiamo aperto una porta larga».

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