La lingua è un gioco: Bartezzaghi diverte e sorprende all’Aut Aut di Termoli

Parole, parole, parole sab 14 luglio 2018
Cultura e Società di Valentina Gentile
3min
Bartezzaghi con la Fauzia ©Termolionline.it
Bartezzaghi con la Fauzia ©Termolionline.it

TERMOLI. Una folla lasciata senza parole proprio da chi della lingua e della parola è maestro. Anzi, professore: Stefano Bartezzaghi, docente di semiotica, eminente linguista ed enigmista, curatore di rubriche per Repubblica e L’Espresso, ha aperto ieri sera l’Aut Aut Festival in piazza Duomo a Termoli.

Aut Aut: Autori o Automi’ è il titolo che Bartezzaghi ha scelto per l’evento, affascinato da lungo tempo da quelli che definisce ‘cambi oppositivi’, coppie di parole fra cui basta cambiare una lettera per ottenere significati opposti. Distinzione che sta a definire l’attuale rischio di assottigliamento del confine fra chi agisce secondo intenzionalità e chi in modo programmato, fra intelligenza umana e artificiale. Ma il professore è tutt’altro che polemico e bacchettone, e lo dimostra appieno nel corso dell’intera serata, moderata dall’addetta all’ufficio stampa del Comune Valentina Fauzìa.

Interrogato sull’impoverimento della lingua italiana e su un eventuale legame fra semplificazione del linguaggio e semplificazione del pensiero, infatti, Bartezzaghi non ha dubbi: “La lingua è fatta da chi la parla, e chi decide cosa è bene o male, cosa è giusto o sbagliato?

Lontano dai riflettori, ci aveva confessato di non concordare con Nanni Moretti che in ‘Palombella rossa’ faceva affermare al suo personaggio che “Chi parla male pensa male”. È giusto e importante però preoccuparsi della ricchezza della lingua, poiché ci sono tantissime parole che purtroppo non usiamo più. Una possibile soluzione è leggere molto ma anche parlare e ascoltare molto, “ascoltarci l’un l’altro in modo partecipe e attento”.

Il professore racconta poi della sua passione per la lingua e i giochi di parole, indubbiamente facilitata da una famiglia di importanti enigmisti, e di come sia importante – ma anche inevitabile – giocare con le parole; sono queste che di fatto giocano fra loro oltre la nostra volontà: talvolta basta un piccolo errore o un’inversione nell’ordine per creare nuovi sensi. Bartezzaghi porta esempi esilaranti di anagrammi o catene di parole che mantengono viva l’attenzione del pubblico.

E proprio all’insegna di riflessioni brillanti supportate da spiritosi aneddoti prosegue l’intera serata; così scopriamo delle sorprendenti sfide a suon di crittografie fra Paolo Conte e Roberto Benigni, dell’appassionante lavoro del professor Bartezzaghi sull’ultima traduzione di Harry Potter e del suo legame col Molise. Con passione parla infatti dell’amicizia con Salvatore Chierchia, grande enigmista campobassano ormai scomparso, autore di un geniale racconto scritto fingendo che fosse generato da una macchina e di famosi indovinelli analizzati dallo stesso Bartezzaghi proprio nella sua tesi di laurea. “Sono a Termoli stasera anche per sopperire a un atto mancato, quando nel 2001 fui invitato qui per un congresso di enigmisti al quale non partecipai”.

Ma in un mondo di parole e comunicazione inarrestabile, che valore ha il silenzio?Conduco una piccola battaglia contro la musica imposta, come nei bar o sui taxi, laddove si vorrebbe invece la quiete”. Il professore si mostra scettico sulla possibilità di mettere a ‘tacere’ invece la diffusione del linguaggio aggressivo e di odio, poiché si rischia di sfociare nella censura. “Il silenzio è espressivo ed efficace nella nostra comunicazione normale, ma non ha effetto nella comunicazione social”.

Stefano Bartezzaghi ci ricorda infine, cavalcando la domanda su quali siano le sue parole preferite e meno preferite, l’importanza di soffocare le antipatie verso il linguaggio e rivalutare le parole; ma soprattutto quanto sia importante operare sempre una distinzione fra un termine e il significato che veicola: odio, per citare solo un esempio, non è una parola brutta e da abolire soltanto perché ha un brutto significato.

In chiusura, l’invito al suo personale ‘aut aut’, un consiglio per vivere meglio. “Scegliere fra l’essere autori o automi, appunto, come gli ‘uomini o caporali’ di Totò; ricordare che in quanto umani siamo in grado di cogliere la ricchezza delle ambiguità e delle sfumature come le macchine invece non sanno fare”.

Dopo questo primo, stupefacente intervento, il prossimo appuntamento del Festival Aut Aut è col giornalista Federico Rampini, questa sera alle 22:00 ancora in piazza Duomo.

TermoliOnline.it Testata giornalistica

Reg. Tribunale di Larino N. 02/2007 del 29/08/2007 - Num. iscrizione ROC:30703

Direttore Responsabile: Emanuele Bracone

Editore: MEDIACOMM srl
Via Martiri della Resistenza, 134 - 86039 TERMOLI(CB)
P.Iva 01785180702

© Termolionline.it. 2024 - tutti i diritti riservati.

Realizzato da Studio Weblab

Navigazione