Emma Santoro, “scrittrice libera”, ha portato a Termoli il suo ‘Fortunale’

Tremiti d'antan mer 10 giugno 2020
Cultura e Società di Valentina Gentile
3min
Fernanda Pugliese con Emma Santoro ©Valentina Gentile
Fernanda Pugliese con Emma Santoro ©Valentina Gentile

TERMOLI. Ad ascoltare Emma Santoro narrare delle ‘sue’ Tremiti si resta incantati almeno quanto lo resta Fortunato, il piccolo protagonista del suo nuovo romanzo, nel sentir parlare di storia i vecchi isolani.

La presentazione di ‘Fortunale’ si è svolta ieri pomeriggio dalle 18:30 nella cornice del ciclo ‘Incontri d’autore’, organizzato dalla libreria Fahrenheit, di fronte a un nutrito pubblico fra cui non manca qualche abitante di Tremiti. Con l’autrice ha dialogato in modo sapiente Fernanda Pugliese, giornalista e insegnante di lettere in pensione, nonché direttrice della rivista Kamastra, dedicata alle minoranze alloglotte in Molise.

Il libro, del quale l’autrice ci aveva già parlato privatamente a fine giugno, è un’altra perla che si aggiunge alla già ricca collana di ambientazione tremitese. Insieme ai quattro precedenti romanzi, forma infatti una vera e propria saga che ha come fil rouge la storia e la vita quotidiana delle Diomedee nel secolo scorso.

È proprio partendo dal passato che la Pugliese inizia a interrogare Emma Santoro: “Gli studi critici sulla letteratura femminile evidenziano una prevalenza di diari, epistolari e poesie. Come si connota invece oggi la scrittura al femminile e come si collocano le tue opere in questo panorama?

La scrittrice osserva che i tempi sono cambiati e che tutto è già stato scritto: “Non sono alla ricerca dell’originalità, che a mio avviso ormai si può trovare solo nello stile, né ci tengo ad essere classificata in un genere specifico. Il mio obiettivo è principalmente raccontare la Storia e le storie, e commemorare i tremitesi che furono e non ci sono più.

Segue il fatidico “Perché scrivi?”, la domanda più semplice e al contempo più difficile che si possa rivolgere a uno scrittore, supportata dalla professoressa Pugliese citando De Andrè (“Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo, e il ricordo di me”) e Baricco (“Scrivere è scegliere tra quanto di più raro c'è nell'universo e di più caro nel nostro animo”). La Santoro non ha esitazioni: “La scrittura per me è medicina, catarsi e diletto; quando scrivo perdo la cognizione del tempo. Ma è anche anche lasciare qualcosa di me, garantirmi una certezza di eternità, perché l’arte rimane per sempre.

Alla richiesta “Hai un autore come modello?” i toni della scrittrice si fanno ancor più sicuri e vivaci: “Sono una forte lettrice, ho autori preferiti ma non riferimenti. Cerco di scrivere in modo autentico e non catalogabile, non a caso mi auto-pubblico e mi assumo le responsabilità anche degli errori!”. Risposta che entusiasma il pubblico e l’intervistatrice, che la elogia per il suo essere una scrittrice libera.

La Santoro aggiunge una digressione su come le Tremiti vengano spesso dipinte, in televisione e dalle persone, come tristi: “Una donna mi disse che a San Nicola non può esserci felicità per quanto vi è successo, dai cataclismi al fenomeno del confino, ma io questo dolore non lo avverto; avverto semmai una malinconia che però è rassicurante, che a me dà pace e sollievo dalle preoccupazioni.

L’atmosfera torna divertente e animata col racconto di aneddoti dell’infanzia di Emma Santoro alle Tremiti, dalla paura di nuotare fra gli squali al filoscio (pane e frittata) preparatole dalla nonna Emma come a Fortunato nel romanzo. Fernanda Pugliese legge poi un breve ed esilarante frammento del libro, e l’incontro si conclude con le consuete domande dal pubblico, in particolare sui confinati tremitesi durante la guerra e sulla scelta di inserire spesso nei suoi romanzi un personaggio ‘forestiero’.

I partecipanti, incuriositi e insaziabili, si sono intrattenuti a lungo fuori dalla libreria dopo la presentazione per acquistare e far firmare il libro dall’autrice che, con la generosità che la caratterizza nella scrittura come nella vita, ha dispensato a tutti dolci dediche e inviti ad andarla a trovare sulle ‘sue’ isole per poterne proseguire ancora il racconto e la scoperta.

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