Accoglienza migranti, Roccavivara Oltre dice no allo Sprar
Flash News
di
Emanuele Bracone
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ROCCAVIVARA. La discussione apertasi all'interno della nostra comunità, a partire dal 14 febbraio quando in un'assemblea pubblica l'Amministrazione Comunale comunicava alla cittadinanza la volontà di presentare un progetto Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) per minori non accompagnati a gestione comunale e dalle altre successive assemblee nelle quali sono emerse numerose voci di dissenso alla volontà di adesione, hanno portato il gruppo "Roccavivara OLTRE" a maturare una posizione definitiva in merito. Siamo partiti dall’esperienza del Centro di Accoglienza che ha sede a Canneto presso “Lo Smeraldo” ormai da quasi tre anni che ci ha sicuramente già insegnato qualcosa per poi approfondire l'argomento attraverso i canali ufficiali dello SPRAR nazionale. Abbiamo provato ad analizzare la faccenda secondo vari aspetti, ponendoci domande e cercando risposte:
- Umanitario: è vero senza ombra di dubbio che l’epoca attuale è segnata da fenomeni migratori eccezionali, spesso dovuti a miseria e guerre, in cui come al solito a pagare sono i più deboli. Ma le migrazioni hanno sempre fatto parte della storia dell’uomo, ed a Roccavivara (nel nostro piccolo) lo sappiamo. Questa volta però è evidente che la gestione del problema, a tutti i livelli, ha creato modelli che con una reale integrazione hanno poco a che fare. Dunque, è giusto comunque aprire le porte a chi è andato via dal proprio paese con i rischi connessi, o attendere che chi dovrebbe accogliere lo possa fare in maniera autentica?
- Educativo - sociale: con l’eventuale arrivo dei rifugiati minori, qualcuno nel nostro comune potrebbe puntare a tenere in vita il plesso scolastico di Roccavivara. E nei numeri, questo potrebbe anche essere vero. Sui nostri ragazzi, sul percorso formativo scolastico, sulla loro crescita culturale, che impatto potrebbe avere la “coabitazione” con i ragazzi ospitati? E per i minori migranti, probabilmente a nudo di italiano e con un vissuto probabilmente traumatizzato, che percorso formativo e che crescita culturale ci si potrebbe attendere? Quali sarebbero le rose e quali le spine che una piccola realtà come Roccavivara potrebbe proporre a questi ragazzi?
- Economico: il rilancio delle economie locali è uno dei punti forti che si legge nei progetti SPRAR condivisi dal Ministero dell’Interno. Ed è stato infatti ribadito anche nei vari incontri organizzati dal gruppo di maggioranza. Per la gestione dello SPRAR, inoltre, sono previste somme destinate all’adeguamento degli edifici e compensi per le assunzioni del personale necessario. Ma nel contempo, il ministero prevede che per ogni migrante ci sia una piccola quota di spesa che sarà il comune a versare. Conviene affrontare questa spesa? Per i generi di prima necessità, verrà data l’esclusiva alle attività locali o le si metterà “in concorrenza” con le grosse catene di distribuzione (con tutti i rischi di non competitività)? La normativa prevede che gli enti attuatori siano enti terzi per la gestione del centro, ad esempio Cooperative come quella impegnata nel centro di Canneto.
- Politico: il Ministero dell’Interno dà la possibilità ai comuni di comunicare la propria volontà di aderire al progetto SPRAR in due “finestre”, una a Marzo ed una ad Settembre. Considerata l’importanza della questione, meglio per un amministrazione aprire un processo decisionale allargato, magari che duri qualche mese in più ma coinvolga più cittadini possibili, o assumersi la responsabilità comunicando la novità ai cittadini praticamente a giochi fatti? Meglio puntare su un progetto come questo che porta rimborsi immediati e sicuramente qualche posticino di lavoro, o immaginare e sognare una serie di progetti partendo dal territorio, dall’artigianato, dalle tradizioni, dai servizi agli anziani, che possano dare lavoro e nuova vita ad un intera comunità?
- il Comune NON è obbligato ad aderire allo SPRAR;
- le linee guida dello SPRAR e l'accordo tra il Ministero dell'Interno e l'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani di cui anche il nostro Comune fa parte) stabiliscono che il principio di equa distribuzione sul territorio dei migranti, anche ai fini dell'effettiva e fattiva integrazione, venga fissato in sei migranti ogni 2000 abitanti;
- per il principio dell'equa distribuzione, avendo già sul nostro territorio un CAS che ospita cinquanta migranti, il nostro Comune è fuori da ogni obbligo;
- la fascia di età dei minori da ospitare non può essere scelta dal Comune (ci è stato comunicato una fascia di età 4/16 anni), ma sarà quella stabilita dal Decreto e cioè 0/18 anni e sei mesi;
- non c'è nessuna certezza che gli ospiti potranno frequentare le nostre scuole;
- gli SPRAR saranno sotto la lente d'ingrandimento con linee guida fortemente vincolanti e con penalità previste dal Decreto tali da mettere a forte rischio progetti presentati in fretta e senza la seria valutazione necessaria, esponendo il Comune (unico vero responsabile) a rischi economici rilevanti.
- NO allo SPRAR comunale voluto dall'Amministrazione Comunale in quanto sul nostro territorio esiste già un centro di prima accoglienza con cinquanta migranti, ben oltre gli standard previsti dal progetto SPRAR e dal concetto di equa distribuzione sul territorio;
- NO allo SPRAR comunale nell'unica struttura presente sul territorio comunale dichiarata SICURA e ospitante l'attuale Scuola Materna, inserita tra le settanta Scuole Sicure della Regione Molise;
- Se INTEGRAZIONE deve esserci si cominci nel tentativo di integrare i migranti già presenti sul nostro territorio nel centro di accoglienza, attraverso progetti comunali che mirino all'effettiva integrazione partendo dall'utilizzo del cosiddetto "Bonus Gratitudine" (500 euro per migrante) che il governo si è impegnato a devolvere al nostro Comune per gli ospiti del CAS presso l'Hotel "Lo Smeraldo" a Canneto;
- Progressività nel processo di integrazione, preferibilmente di nuclei familiari, al fine del raggiungimento degli standard previsti dal progetto SPRAR e cioè di sei migranti ogni 2000 abitanti.