Termoli Musica: il prodigio 12enne Carlo Cesareccio incanta al Sant'Antonio

mar 20 marzo 2018
Flash News di La Redazione
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Termoli Musica ©Associazione OndeSerene
Termoli Musica ©Associazione OndeSerene

TERMOLI. Le suggestioni timbriche dell’oboe di Alberto e Carlo Cesaraccio e la chitarra di Luigi Puddu hanno affascinato il numeroso pubblico di Termoli Musica 2018. Gli interpreti di indubbio prestigio hanno proposto un programma che presentava i tre strumentisti nelle varie combinazioni timbriche dall’oboe solo e la chitarra solo, al duo di oboi a quello oboe e chitarra ed in trio. Il concerto è stato programmato con il preciso intento di dare l’opportunità di ascoltare uno strumento poco presente nelle sale da concerto quale l’oboe che invece è uno degli strumenti fondamentali e più importanti dell’orchestra da camera e sinfonica. Uno strumento da un timbro particolarissimo molto usato anche nella musica per il cinema soprattutto in veste solistica, ma generalmente poco presentato al pubblico delle stagioni concertistiche se non in formazioni cameristiche di fiati.

L’opportunità di ascoltare il duo di oboe è scaturita dall’occasione di avere il prodigio dodicenne Carlo Cesaraccio al seguito del padre Alberto in quanto aveva tenuto un concerto da solista per la stagione degli Amici della Musica di San Severo il giorno prima. Con duo di oboe sono state eseguite opere degli autori classici F.J.Haydn e W.A. Mozart, poi per oboe solo una fantasia di Telemann. Il chitarrista Luigi Puddu invece ha eseguito con impeccabile virtuosismo composizioni di Barrios e Giuliani per concludere insieme con brani di Villoldo. Con questo concerto ci si avvia al gran finale della sessione invernale di Termoli Musica 2018 che si terrà l’8 aprile ed affidata, non solo per meriti artistici ma anche economici, a Christian Pio e Massimiliano Nese che si produrranno con la pianista Esmeralda Frascatore. Una formazione totalmente termolese che presenterà un accattivante programma per strumenti così diversi e particolari quali l’ottavino ed il trombone dal titolo “Le sonorità estreme” proprio per la peculiarità dell’ottavino che è lo strumento più acuto dell’orchestra mentre il trombone ne è quasi il più grave.

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