Verso la protesta di sabato 28 ottobre, la Fai-Cisl serra i ranghi a Termoli

dom 22 ottobre 2017
Lavoro ed Economia di Emanuele Bracone
1min
Verso la protesta di sabato 28 ottobre, la Fai-Cisl serra i ranghi a Termoli ©n.c.
Verso la protesta di sabato 28 ottobre, la Fai-Cisl serra i ranghi a Termoli ©n.c.
TERMOLI. Parte da Termoli l’organizzazione per la manifestazione di protesta in programma il prossimo 28 ottobre, tra una settimana, dinanzi alla prefettura dell’Aquila. Nella sede Cisl di corso Nazionale, ieri mattina, si è riunito il Consiglio Generale della Fai-Cisl di Abruzzo e Molise, presieduto dal segretario nazionale Mohamed Saady, alla presenza del segretario Usi Franco Pescara e del leader molisano Raffaele De Simone. E’ stata un’occasione importante per affrontare temi fondamentali per la vita dell’organizzazione, come il rilancio della formazione sindacale, il proselitismo, con particolare riferimento alla prossima campagna per le disoccupazioni agricole, la contrattazione di secondo livello che, specie per quanto riguarda il rinnovo dei contratti provinciali di lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti, scaduti da oltre due anni, vede la Fai Abruzzo Molise in prima linea nel tentativo di rimuovere le ingiustificabili indolenze di Confagricoltura, Cia e Coldiretti, le sinergie con gli Enti della Cisl nel cui contesto si inserisce la prossima sottoscrizione di protocolli d’intesa con il Patronato Inas e con la Federazione dei Pensionati. Anche in questo caso, come per altri comparti, sulla tutela del territorio la parola magica è prevenzione, rimasta al palo, come ha sottolineato Pescara. La protesta di sabato prossimo si basa sull'agenda di riforme come previdenza, giovani, occupazione, mercato del lavoro, fisco, salari, contrattazione, lotta allo sfruttamento e al caporalato. In particolare il riconoscimento dello status di lavoro usurante ai braccianti agricoli, agli imbarcati della pesca, agli alimentaristi impegnati in reparti disagiati, agli operai idraulico-forestali: un'esigenza da cui deriva il diritto alla pensione dopo 35 anni di contributi. Inoltre, coraggiosi incentivi per l'occupazione giovanile e vanno consolidati e resi universali ammortizzatori sociali che vedono tanti nostri settori ancora fuori da un livello minimo di garanzia.
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