Fca, «Ci vogliono maggiori investimenti per la piena occupazione»

L'analisi lun 08 gennaio 2018
Lavoro ed Economia di La Redazione
4min
Stabilimento Fca ©Web
Stabilimento Fca ©Web

TERMOLI. Bene la produzione del 2017, ma per la Fim-Cisl l’obiettivo piena occupazione si raggiunge solo con nuovi investimenti. E’ quanto detto da Ferdinando Uliano sulla Fca. «La produzione 2017 degli stabilimenti italiani del Gruppo FCA si è chiusa con un +4,2% per il settore auto e se consideriamo anche le produzioni di Fiat Professional la crescita è stata pari al +3,2%. Un dato produttivo quello del 2017 che ha segnato un anno ancora in crescita, in particolare grazie alla crescita nei volumi determinata da Mirafiori e Cassino, anche se ha avuto un rallentamento nella parte finale dell’anno.

Le nuove produzioni della Maserati Suv Levante e delle Alfa Romeo Giulia e Stelvio, hanno determinato un incremento del +14,7% su Mirafiori e + 88,7 % su Cassino. Gli altri stabilimenti italiani (Melfi, Modena, Grugliasco e Pomigliano) hanno segnato una flessione rispetto ai volumi dell’anno precedente. Continuano la loro crescita mai interrotta dal 2013 lo stabilimento Sevel Fca Professional di Atessa (+0,7%) e lo stabilimento Ferrari di Maranello (+3,2%). Nonostante queste situazioni di flessione e rallentamenti riscontrate su alcuni stabilimenti in particolare nell’ultimo trimestre 2017 si è superato quota 1 milione anche per il 2017, e si sono prodotte + 32.748 vetture, segnando per il quarto anno consecutivo una crescita.

I dati evidenziano che siamo ben lontani dalla situazione produttiva degli stabilimenti italiani del 2013. Da allora come Fim-Cisl abbiamo agito verso FCA impegnandola con accordi per portare investimenti significativi negli stabilimenti italiani, che hanno consentito di rilanciare marchi importanti come Maserati, Alfa Romeo, Jeep. Questo ha determinato risultati importanti sul piano produttivo, sulla redditività e sull’occupazione.

Sulle produzioni si è passati da 595.500 a 1.043.884 vetture (+75,3%) considerando FCA, Ferrari e Fiat Professional. Per la sola FCA Auto (senza Ferrari e Fiat professional) l’aumento è quasi del doppio (+93,3%).

Un risultato che ha impattato positivamente sull’occupazione consentendo di abbattere notevolmente l’uso di ammortizzatori sociali, passati da circa 32 milioni di ore di ammortizzatori del 2013 a circa 5,8 milioni nel 2017 (dal 27% della forza lavoro a circa il 5%) e ha portato all’ingresso di nuova occupazione con anche significative stabilizzazione a tempo indeterminato. I totali occupati del Gruppo FCA (al netto dello scorporo Ferrari, considerando Fiat professional Sevel) sono passati da circa 65.300 del 2013 a 66.200 del 2017 (+ 1,4%).

L’obiettivo di Fca della piena occupazione “senza uso di ammortizzatori” entro fine 2018 di tutti gli oltre 66.200 lavoratori, pur essendo vicina, non verrà raggiunto vista l’attesa per il lancio della vettura premium di Pomigliano, della seconda vettura di Mirafiori e la situazione di Cassa Integrazione dello stabilimento di Melfi.

E questo è dipeso unicamente – sottolinea Ferdinando Uliano – dalla mancata implementazione degli investimenti necessari per il lancio di queste nuove vetture nell’ultimo periodo del piano industriale 2014-2018. Il gruppo è cresciuto in redditività sugli stabilimenti italiani grazie al peso maggiore dei marchi premium e questo consentirà la piena realizzazione degli obiettivi finanziari. Le auto di fascia medio-alta prodotte nel nostro paese nel 2012 rappresentavano solo il 20% dei volumi (volumi che erano la metà di quelli attuali) mentre nel 2017 si è raggiunto il 64 %.

L’equilibrio finanziario è importante perché a questo è legato la capacità d’investire ma è indispensabile dare continuità ed utilizzare le risorse prodotte per completare gli investimenti e migliorare nella gamma di offerta, nelle tipologie delle nuove motorizzazioni ibride e elettriche e spingendo sulla nuova mobilità.

La presentazione probabilmente agli inizi di maggio del nuovo piano industriale 2018-2022, è un appuntamento importante e strategico per il posizionamento e il futuro del gruppo Fca e degli stabilimenti italiani, ma alcune scelte d’investimento possono essere fatte anche prima - cosa già avvenuta nel 2013 con gli investimenti di Melfi attuati prima del piano 2014.

Riteniamo necessario in particolare per Pomigliano d’Arco e Mirafiori, le due realtà con una situazione più critica in termini di esaurimento ammortizzatori sociali, che l’implementazione degli investimenti già annunciati avvenga prima della presentazione del piano».

«Il 2018 rappresenterà certamente un anno importante per Fca e gli stabilimenti italiani. Certamente gli obiettivi finanziari del piano 2014-2018 saranno tutti ampiamente raggiunti, grazie ad un aumento complessivo della redditività determinato da un mix produttivo orientato maggiormente sulla fascia medio-alta, in particolare con il rilancio delle produzioni Alfa Romeo, Maserati e Jeep. Le produzioni degli stabilimenti italiani hanno raggiunto una quota elevata pari al 64%. Questa elevata redditività ora deve essere orientata a raggiungere l’obiettivo della piena occupazione, completando gli investimenti che prevedevano le produzioni di altri modelli, che hanno invece subito uno slittamento rispetto al piano 2014-2018. Partire già nel corso del 2018 con l’implementazione di questi investimenti non avrà alcun effetto sul conseguimento degli obiettivi finanziari.

Anche la capitalizzazione complessiva delle tre realtà Fca, Cnhi e Ferrari è cresciuta tantissimo, a maggior ragione credo che la famiglia Agnelli e Ad Marchionne debbano fare questo sforzo ulteriore sugli investimenti per cogliere l’obiettivo della piena occupazione. Nell’ultimo trimestre del 2017 la situazione di leggera flessione nei volumi ha destato preoccupazioni e la nostra attenzione. La direzione Fca ha più volte ribadito che si tratta di una situazione temporanea e che già nel corso dei primi mesi del 2018 dovrebbe determinarsi una ripresa complessiva. Le recenti notizie sulla crescita e ripresa del mercato americano sono certamente positive anche per le produzioni italiane, che hanno visto quel mercato come uno dei principali per le vendite dei marchi Alfa Romeo, Maserati, Jeep e 500x. Come Fim-Cisl continueremo con determinazione in Fca la nostra azione sindacale e contrattuale. Noi e non altri abbiamo salvato Fca, le fabbriche italiane e l’occupazione del gruppo – conclude Uliano – e noi più di altri ci batteremo per completare il piano della piena occupazione».

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