Giustizia di prossimità: procedimenti a rischio: Uffici in sciopero fino al 6 di maggio

Serrata gio 12 aprile 2018
Lavoro ed Economia di Claudio De Luca
3min
Giudice di Pace ©Il sole 24 Ore
Giudice di Pace ©Il sole 24 Ore

LARINO. I Giudici di pace si astengono dalle udienze. Protestano per stoppare la riforma Orlando ed invocano la stabilizzazione.

Contestano l'incostituzionalità della riforma che precarizza la categoria, limitando l'impiego dei giudici a 2-3 giorni la settimana, con la previsione di una paga più bassa di quella di una ‘colf’ o di una badante, per di più ponendo i contributi previdenziali integralmente a loro carico, non riconoscendo tutela alcuna in caso di malattia o gravidanza. Perciò chiedono “di sospendere immediatamente l'attuazione della riforma e si rivolgono al Governo affinché proceda sulla falsariga della legge n. 217/1974 che stabilizzò i vice- pretori onorari, peraltro in linea con le vincolanti direttive e decisioni comunitarie ed europee”. In tal modo verrà assicurata la continuità del servizio e la preservazione delle professionalità acquisite. La gran parte di loro esercita, da 15-20 anni, la giurisdizione a tempo pieno, trattando oltre il 60% del contenzioso civile e penale. I procedimenti a rischio per lo sciopero sono circa mezzo milione. Tempo addietro “Report” (Rai 3) mostrò le buste-paga di 2 Magistrati con la medesima anzianità di servizio (20 anni). Si scoprì che l’omesso versamento dei contributi previdenziali, se commesso da un datore di lavoro privato, avrebbe rappresentato un reato oltre certe soglie.

Eppure i Magistrati di pace (e quelli onorari) sono tenuti per legge all’osservanza degli stessi doveri di quelli di carriera. Perciò devono tenere udienze nei giorni e negli orari stabiliti e sono assegnatari – quali titolari del ruolo – di cause civili e penali, sempre secondo regole di trasparenza ed imparzialità, prestabilite dalle tabelle approvate dal Csm dopo complesse procedure in ossequio del criterio costituzionale del Giudice naturale precostituito in forza della legge. Per conseguenza non fanno le udienze che vogliono né scelgono quali fascicoli trattare. Le cause concernono l’espulsione di cittadini extra-comunitari, di cartelle esattoriali per diecine di migliaia di euro, di ritiri delle patenti di guida, di cause di lavoro, di espropriazioni, di reati quali lo ‘stalking’ e l’omicidio colposo. E manco va scordato che, sin dal 1974, la legge n. 217 conferì ai vice-Pretori onorari la continuità del servizio col medesimo trattamento economico e previdenziale dei Magistrati di Tribunale e che tale legge fu vagliata positivamente – sin da allora – dalla Corte costituzionale e segnalata dal Consiglio di Stato come idoneo percorso di stabilizzazione della Magistratura onoraria e di pace e garanzia dell’efficienza e della preservazione di professionalità acquisite da Giudici e da Pm che esercitano pure da 20 anni la giurisdizione a tempo pieno.

Eppure la Giustizia ordinaria rimane tuttora divisa sul ruolo dei Giudici di pace, accrescendo il ‘divario’ tra le categorie. Le botte e risposte non vengono meno sulla Stampa; e, quando gli ‘onorari’ gridano per reclamare la propria formazione e la qualità dei processi trattati, quelli che dicono di essere ‘Giudici veri’ fanno presente: “Non fate concorsi. Per lavorare vi è sufficiente una laurea e presiedete solo casi semplici”. Si può essere anche d’accordo su questa sorta di antipatica ‘diminutio’. Ma allora perché i togati non si vogliono occupare direttamente di cause condominiali, di procedimenti di espropriazione immobiliare presso il debitore e di espropriazione di cose in possesso di terzi o di procedimenti meno complessi in materia di successioni e di comunione? Ma non basta, perché – per quanto riguarda il ‘penale’ - i Giudici onorari si occupano di reati puniti nel massimo fino a 4 anni (quelli per cui non si va in prigione), di violenze sessuali, di ‘stalking’ e di furto aggravato. E’ pur vero che la fibrillazione dei Giudici onorari fonda sulla decisione di far fronte alla crisi della Giustizia ricorrendo a personale ritenuto meno qualificato e, quindi, poco costoso. Ma, allora, non sarebbe stato meglio procedere ad una rivisitazione dei Codici di procedura per amministrare i reati con un numero di Magistrati ordinari adeguati?

Claudio de Luca

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