Condotta sospesa per pochi soldi, protestano i lavoratori di Acque Larino

In apnea mar 19 giugno 2018
Lavoro ed Economia di La Redazione
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Liscione ©Termolionline.it
Liscione ©Termolionline.it

SAN MARTINO IN PENSILIS. Protestano i lavoratori della ditta Acque Larino, in merito alla possibilità di sospensione dei lavori sulla condotta idrica di collegamento tra la Diga del Liscione ed i paesi di San Martino in Pensilis ed Ururi. «Siamo qui a denunciare una situazione paradossale che vede coinvolti, come attori protagonisti, noi dipendenti della ditta consortile Acque Larino ed il Consorzio di Bonifica di Larino.

I lavori iniziati dal 2014 per la costruzione della condotta idrica, di collegamento tra la Diga del Liscione ed i paesi di San Martino in Pensilis ed Ururi, volta a fornire l'approvvigionamento idrico necessario all'irrigazione dei campi, rischia di essere stoppata. Dopo aver costruito 160 km di tubazione, nei territori di San Martino in Pensilis ed Ururi, ci troviamo ad un passo dalla realizzazione dell'opera, infatti mancano solamente 7 km di tubazione, ma oggi ci troviamo a dover denunciare un accadimento singolare; infatti il Consorzio di Bonifica di Larino pare non avere intenzione di finire l'opera, motivando il diniego con l'aumento del costo delle materie prime, i tubi in acciaio, fondamentali per la realizzazione della stessa. Pertanto, noi lavoratori ci siamo visti costretti a scendere in campo, in primis per tutelare il nostro posto di lavoro, oramai cosa rara in Molise, ma anche e soprattutto perché il territorio sul quale insiste l'opera ha bisogno del completamento della stessa, essendo il territorio agricolo per eccellenza della nostra regione.

Non possiamo consegnare alla storia l'ennesima opera pubblica incompiuta, non possiamo continuare a negare l'acqua, risorsa della quale abbondiamo e che svendiamo, a tutti coloro i quali ne necessitano e che per mezzo della quale fanno impresa creando, anche, posti di lavoro. E' impensabile che per poche migliaia di euro un intero territorio resti privo di acqua per l'irrigazione, nonché paradossale che diversi operai restino privi del proprio lavoro, privando, di fatto, molte famiglie del reddito di sussistenza. In una Regione che vede giorno dopo giorno decrescere il proprio numero di abitanti, non si sente la necessità di ulteriore disoccupazione e di ulteriore sperpero di denaro pubblico. Pertanto, chiediamo a gran voce a chi di competenza di porre rimedio a questa incresciosa situazione, affinché, finalmente, le imprese che insistono sul territorio basso molisano possano, finalmente, vedersi riconosciuti i propri diritti. Non lasciamo a metà l'ennesima opera pubblica, pensata per dare ricchezza al nostro territorio, che rischia, al contrario, di lasciare strascichi sociali di cui non abbiamo bisogno. Il nostro appello, soprattutto, vuole rivolgersi al Presidente della Regione Molise, Donato Toma, il quale durante la campagna elettorale ha più volte mostrato vicinanza alle tematiche in oggetto.

Questa è l'occasione giusta per dimostrare che le promesse possano trasformarsi in fatti concreti».

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