Alleanza civica Molise debutta al porto turistico: dall'esperienza alla nuova politica

dom 22 ottobre 2017
Politica di Emanuele Bracone
3min
Alleanza civica Molise debutta al porto turistico: dall'esperienza alla nuova politica ©n.c.
Alleanza civica Molise debutta al porto turistico: dall'esperienza alla nuova politica ©n.c.
TERMOLI. Una location esclusiva, quella del porto turistica Marina di San Pietro, a Termoli. La stessa che lo scorso anno vide una iniziativa analoga, quasi con gli stessi protagonisti di oggi, ma a pochi mesi dal doppio e decisivo tagliando elettorale, regionale e nazionale, ha visto ex prim’attori della politica molisana tornare in auge per cercare di ripartire dal basso, aggregando cittadini e associazioni contro partiti e coalizioni che del trasformismo e del personalismo hanno fatto il loro tratto distintivo. E’ questo il preambolo di Alleanza civica Molise, che ieri ha debuttato in pubblico, dopo gli incontri preparatori a porte chiuse. Mancava Cloridano Bellocchio, inabilitato da un colpo della strega. In prima linea Michele Barone, la linfa giovane di questa start-up, Antonio D’Ambrosio, Anita Di Giuseppe, poi Giuseppe Astore, Giovanni Di Stasi, Gigino D’Angelo, Mario Di Blasio, Clemente Fedele, Simone Coscia, Pasquale Benevento, ma c’erano anche altri esponenti di un mondo di sinistra che vorrebbero davvero che la sinistra dicesse e facesse altro. Per D’Ambrosio, che ha rotto il ghiaccio, «il fermento che si registra nel Paese ripropone i nuovi termini della politica, dando una opportunità di dare spazio alla buona politica, di parlare di programmi e di rimettere al centro un percorso per una crescita politica ed economica». L’analisi è partita con un documento che ha visto al centro la critica ai partiti che hanno determinato l’allontanamento della società civile dalla cosa pubblica e si sono racchiusi all'interno del potere senza guardare al bene comune. «Immaginiamo una nuova fase della politica con una aggregazione che si è ampliata con un referendum costituzionale che ha rimesso in piedi la politica e le valutazioni e non pensiamo che questo patrimonio debba essere disperso». L’ex sindaco di Campomarino, da 8 mesi anche nonna, Anita Di Giuseppe, l’appello non solo alle associazioni e ai sindacati ma ai cittadini perché il potere deve essere dato a loro. «Il Molise sta morendo e vorremmo farlo rinascere, ma gli attori principali devono essere i cittadini, faremo assemblee per incontrare la gente che vive la realtà quotidiana, imprese e famiglie stanno vivendo un periodo deleterio visto che la politica ha girato la faccia dall'altra parte, vorremmo che fossero i cittadini ad accompagnare questo processo», ha sostenuto l’ex deputata Idv, che poi spiega, «A noi non interessa, non parleremo di Iorio e Frattura». Insomma per loro la stagione di questa contrapposizione centrodestra-centrosinistra è tramontata. Ha parlato anche Barone, in rappresentanza del movimento “Uniti per la Costituzione”. «Si parte dal reclutamento di forze buone, di persone che abbiano la voglia di incidere sui processi sociali e politici, non avendo delle velleità personali. E’ la seconda fase dalla negazione di una riforma che non ci piaceva, passando all'affermazione dei principi costituzionali che vogliamo consolidare nella vita di tutti i giorni come il diritto alla salute, unico diritto definito fondamentale dalla Costituzione. Realizzare la costituzione anche a livello della vita molisana e quindi ci stiamo impegnando su tutto il territorio con limiti oggettivi ma stiamo cercando di allargarci. La nostra missione deve essere quella di riportare in campo gli sfiduciati della politica. Dobbiamo far crescere un gruppo dirigente che deve essere lontano dallo scempio che è stato fatto dall’attuale sistema. Non vogliamo aggregarci sulle ambiguità, il documento fa una analisi severa nei contenuti sulla gestione degli ultimi anni e sul ruolo dei partiti; i dati parlano chiaramente dell'assenza delle azioni per far sviluppare la nostra regione». Ancora più determinati gli interventi di Giovanni Di Stasi, di Peppe Astore, che ha testualmente riferito di sentirsi preso per i fondelli sulla sanità in Molise, e di Gigino D’Angelo, che con la k ha calcato la mano, dicendo di essere inkazzato e non poco. Da lui la proposta di fare oltre agli incontri di Campobasso e Isernia, assemblee in ogni realtà territoriale, ciascuno dei 136 comuni. Fanno sul serio.  
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