Tempi felici per gli enti locali?

Casse piangenti mer 03 gennaio 2018
Politica di Claudio De Luca
3min
Antonio Decaro ©agenpress.it
Antonio Decaro ©agenpress.it

LARINO. Tempi felici per gli enti locali?

I Comuni possono guardare al 2018 con pieno ottimismo. Persino le Province, penalizzate per anni dai tagli e ridotte pressoché alla bancarotta, ritornano al centro della politica locale. Per il Presidente dell'Anci Decaro, questa ennesima legge di bilancio offre maggiori garanzie a tutela della spesa e degli investimenti in linea con i ‘desiderata’ dei Sindaci e dei Presidenti. Fra le ultime novità spiccano innanzitutto quelle sul personale dei Comuni che permettono lo sblocco delle assunzioni negli enti di area vasta e l'ampliamento del ‘turnover’ negli enti fino a 5.000 ab., completando un quadro di complessivo allargamento dei cordoni della borsa. Dopo un decennio di blocchi e di limitazioni, si è aperta financo la possibilità di nuovi ingressi a termine nel settore sociale.

La conferma del blocco dei tributi viene parzialmente compensata dallo sblocco della facoltà di utilizzare i proventi delle alienazioni per l'estinzione dei prestiti; ma bisogna registrare anche la conferma della stretta sull'utilizzo degli oneri di urbanizzazione e la mancata proroga dell'innalzamento da 3 a 5/12 del limite massimo per le anticipazioni di tesoreria. I deputati hanno cancellato la stretta introdotta dal decreto fiscale sulle attività di supporto all'accertamento ed alla riscossione delle entrate, che non saranno più riservate ai soggetti iscritti all'Albo ministeriale. Estesa di un anno la facoltà di deroga ai coefficienti del metodo normalizzato di calcolo della Tari, mentre slitta l'obbligo di tenere conto dei fabbisogni-standard. Nessun intervento, invece, sulla questione degli errati calcoli a danno dei contribuenti. Da segnalare, infine, l'allungamento a 20 anni della procedura di riequilibrio finanziario pluriennale degli enti in pre-dissesto e la facoltà di rifare il riaccertamento straordinario dei residui a fronte di rilievi da parte del Mef e della Corte dei conti. Ovviamente, le nuove disposizioni si aggiungono a quelle introdotte (a Palazzo Madama) dall'alleggerimento del fondo crediti di dubbia esigibilità al Dup semplificato.

Le Province, penalizzate per anni da tagli e ridotte al limite della bancarotta, ora ritornano al centro della politica locale. Per il Presidente dell'Anci Decaro, la legge di bilancio offre maggiori garanzie a tutela della spesa e degli investimenti, come richiesto dai Sindaci e dei Presidenti. Ma pure i ‘Governatori’ hanno da festeggiare, dal momento che portano a casa un alleggerimento pari a 375 milioni del sacrificio chiesto dalla prima versione del ddl. In particolare, 300 rappresentano l'incremento del contributo a favore delle Regioni destinato alla riduzione del debito e a ridurre il concorso degli enti territoriali alla finanza pubblica per il settore non sanitario; mentre 75 vengono recuperati per l'assistenza degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali. Riepilogando: 1) stabilizzazione dei precari nelle Regioni e nei Comuni; 2) ‘turnover’ al 100% nelle Province virtuose (con spesa per il personale non superiore al 20% delle entrate) e al 25% nelle altre; 3) ‘turnover’ pieno anche per i piccoli Comuni (da 1.000 a 5.000 ab., virtuosi. 4) avanzi di amministrazione utilizzabili dalle Regioni per far ripartire gli investimenti ed investire nel sociale; 5) possibilità di utilizzare (fino al 2020) i proventi derivanti da alienazioni patrimoniali per finanziare il pagamento dei mutui e dei prestiti; 6) utilizzo senza vincoli delle risorse derivanti dalle rinegoziazioni dei mutui; 7) possibilità per i Comuni in pre-dissesto (come quello di Napoli) di riformulare i piani di rientro in una durata massima di 20 anni e non più di 10 anni.

Un emendamento consente di trasformare i contratti a termine in a tempo indeterminato per stabilizzare il personale non dirigenziale che abbia maturato, alla data di entrata in vigore del d.l. n.101/2013, almeno 3 anni di servizio negli ultimi 5. Un altro emendamento consente alle Regioni virtuose di utilizzare l'avanzo di amministrazione per sostenere le politiche per il territorio, quelle sociali e gli investimenti. Le Province potranno mantenere lo stesso livello di dotazioni organiche grazie al ‘turnover’ al 100%. Questa ‘chance’, tuttavia, non varrà per tutti ma solo per gli enti in cui le spese per il personale non superino il 20% degli incassi di cui ai primi tre titoli delle entrate. Per le restanti la percentuale si abbasserà al 25%.

Claudio de Luca

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