Abolite le Regioni ma rafforzate i Comuni, ma come?

Autonomie mer 14 marzo 2018
Politica di Claudio De Luca
3min
Regioni e Comuni ©YouTube
Regioni e Comuni ©YouTube

LARINO. Ci avviamo verso le elezioni regionali (22 aprile) di cui non sono amante (come penso altri!). Solo pochi realizzano veramente qualcosa mentre la gran parte (soprattutto il Molise) legifera utilizzando le funzioni “copia” ed “incolla” del ‘p.c.’ Perciò non c’è da meravigliarsi se, notti fa, mi sono offerto il lusso di sognare che le Regioni erano state abolite.

Ma, sogni a parte, una doverosa riscrittura della P.a. locale è stata già proposta tempo addietro, sia pure con contenuti meno drastici di quelli emersi durante la mia vita notturna. Già con il Codice delle autonomie di Calderoli, poi con gli emendamenti alla legge finanziaria per il 2010, si registrò un tentativo di ridimensionamento della casta amministrativa e del numero spropositato degli enti pubblici operanti in Italia. Ma qualcuno sostenne che si trattava di un mero conato perché nessuno avrebbe potuto credere fino in fondo ad una cosa del genere. La conseguenza è stata quella per cui si è proceduto in maniera episodica e parziale, con toni insufficienti e con una timidezza che ha finito con il depotenziare ogni buona intenzione in tal senso perché una novità del genere cozzerebbe palesemente con gli interessi consolidati di diecine di migliaia di amministratori; tutta gente che fa politica professionalmente, ragion per cui non solo tiene alle poltrone disponibili quand’anche non vorrebbe vedere giammai ridotto a zero il proprio Comune o la propria Comunità montana, per piccoli che possano essere. Non parliamo poi della casta dei Segretari (regionali, comunali, provinciali ‘et alia’) delle cui reali funzioni attuali si è reso conto persino la Lega sin dalla seconda dècade degli Anni’80. “Aboliamo questa figura obsoleta”, aveva detto Umberto Bossi, “e mandiamole a lavorare al Ministero dell’interno”.

Ma poi, inopinatamente, la legge-Bassanini aveva finito con il fortificarne il ruolo, facendo persino in modo che i Nostri riuscissero a guadagnare molto più di prima, lucrando sulle nuove funzioni di Direttore generale. Insomma, a pensarci bene, invece di un parto era venuto fuori un aborto, con buona pace di un’agguerrita minoranza di tanti ottimi Segretari (dietro cui si nasconde la gran massa degli altri). Il fatto è che, se davvero si volesse sfrondare, risparmiare, razionalizzare la P.a. locale, la soluzione sarebbe semplice: bisognerebbe cancellare le Regioni, proprio come nel sogno da me fatto. Si tratta di un istituto che si è portato dietro spesa, burocrazia, clientela e difformità di trattamento fra i cittadini, a seconda dell’area geografica di residenza (vedi in materia di Sanità, di Polizia locale, etc). In effetti, l’ente, così come viene vissuto nel Meridione, rappresenta l'esatto opposto di una corretta gestione. Essenzialmente, potrebbero essere due gli accorgimenti da seguire per semplificare. Il primo potrebbe consistere nell'accorpare i Comuni.

Non è pensabile che possano conferirsi poteri sempre maggiori ad enti quasi sempre di minime dimensioni, vuoi dal punto di vista demografico che da quello territoriale. Solo favorendone le fusioni si può pensare di razionalizzarne le funzioni, realizzando un numero limitato di enti di dimensione territoriale e di soglia demografica sufficienti a gestire i molteplici settori di competenza. Ma, naturalmente, una proposta del genere cozzerebbe contro i politici di quelle migliaia di comunità che intendono mantenere allo spasimo l’individualità di ciascuna per meglio lucrare sulla sua esistenza. Analoghi interessi hanno le rispettive burocrazie ed i relativi vertici. Il secondo accorgimento potrebbe consistere nel conferire ai Comuni (oppure ad enti intermedi quali le rinate Province) competenze di organismi inutili, ‘in primis’ quelle delle Comunità montane, la cui funzione è (guarda caso) esaltata solamente da certa burocrazia, vale a dire dai sempiterni Segretari e dai Capi degli Uffici tecnici in testa. Forse è per questo che certi tagli giustificati si finisce solo con il sognarli!

Claudio de Luca

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