Il centrodestra ha Toma, non la coesione. Centrosinistra diviso su Frattura

Calma apparente gio 15 marzo 2018

Campobasso Ancora in divenire la scelta del candidato nell’area Pd. Mentre Iorio studia le prossime mosse

Politica di La Redazione
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Palazzo Vitale ©Campobassoweb
Palazzo Vitale ©Campobassoweb

CAMPOBASSO. Non è bastata la candidatura di Donato Toma a riportare il sereno in casa centrodestra.

La quadratura perfetta non sembra essere stata ancora raggiunta e gli equilibri scricchiolano già.

Innanzitutto perché quello che era il ‘frontman’ storico della coalizione, Michele Iorio, ha preferito restare per il momento “tra color che son sospesi” non offrendo, di fatto, alcuna investitura ufficiale al presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Campobasso. Il che lascia presupporre, non solo ai più maliziosi, che l’ex governatore della Regione Molise stia pensando di “ballare da solo” alle prossime regionali.

Ma non è il solo. Perché una lunga lista di movimenti civici sta caldeggiando in queste ore la candidatura di Massimo Romano - tra i primi contestatori della scelta sul candidato presidente - quale leader “alternativo”.

Senza dimenticare Michele Marone, più che mai deciso ad andare avanti per la propria strada con “Energie per l’Italia”.

Defilata Tecla Boccardo, che ha già smentito ogni coinvolgimento nelle convulse dinamiche politiche pre-elettorali. Sembrano sfumare, al contempo, anche le ipotesi di Fagnano e Chieffo, che pure avevano visto i propri nomi balenare nella corsa al toto-governatore.

A criticare la scelta di Toma come guida della coalizione nella corsa a Palazzo Vitale è stato anche Ulisse Di Giacomo:

Riprendendo un’affermazione dello stesso candidato governatore (“Non ho particolari richiami da fare alla giunta regionale uscente”), Di Giacomo scrive:

“Quindi è d’accordo con: la distruzione della sanità pubblica e le transazioni da centinaia di milioni di euro con le strutture private; la distruzione del tessuto economico e la chiusura delle poche attività regionali esistenti; lo spreco di fondi pubblici nella metropolitana leggera e la rinuncia all’ Autostrada del Molise; l’aumento delle indennità e dei costi della politica; la costituzione di parte civile della giunta contro un magistrato e una giornalista sulle calunnie di Frattura; l’accordo di confine con l’Abruzzo finalizzato alla chiusura definitiva dell’ospedale di Termoli; la costituzione dell’Egam finalizzata alla privatizzazione dell’Acqua. la fallimentare politica sull’ immigrazione che ha trasformato il Molise in un gigantesco Sprar e che vorrebbe creare a San Giuliano un ghetto dove ammassare centinaia di immigrati”.

“Avevamo già il sospetto - ha aggiunto Di Giacomo- a chi fosse legato il signor Toma, candidato di un pezzo del centrodestra, quello per intenderci bastonato alle recenti elezioni politiche con un umiliante 0-5. Adesso ne abbiamo la certezza: è la sintesi perfetta tra Patriciello e Frattura. Un film già visto, che sarebbe un suicidio rivedere“

Sul versante opposto, il centrosinistra sembra vivere una fase di maretta.

Frattura ha incassato il gradimento e l’investitura di una fitta schiera di sindaci e amministratori locali, convocati all’hotel Rinascimento lo scorso 12 marzo, ma questo potrebbe non bastare.

La coalizione non riesce a trovare la coesione sperata attorno alla figura dell’attuale governatore e un ruolo importante potrebbero avere, in questo senso, le indicazioni che giungeranno da Roma.

Non è un caso che Margiotta, braccio destro del segretario a itinere Martina, sia stato presente all’ultimo summit del Pd regionale.

Congelata, ma non tramontata del tutto, l’ipotesi di una larghissima intesa: una compagine che vedrebbe fianco a fianco Frattura e Ruta, ma che in quel caso sceglierebbe con ogni probabilità un altro candidato governatore.

A poche settimane dal voto, dunque, c’è ancora tempo per nuove sorprese.

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