Dai veti ai voti, la strana 'campagna' di chi si batte per arrivare secondo
TERMOLI. L’avvicinamento alle elezioni regionali raggiunge in questo fine settimana il suo canto del cigno. Sì, perché con la presentazione delle liste e dei candidati a Governatore termina la fase pre-elettorale, quella di maggior concitazione e fibrillazione.
Ma ci troviamo, in Molise, anche in una fase in cui non c’è più quel coraggio dell’ambizione che fino al 2013 aveva caratterizzato la classe politica e aspirante tale.
L’ondata del Movimento 5 Stelle ha spezzato molti dei progetti e programmi che taluni coltivavano, troppo rischioso mettersi in gioco oggi.
Questa è stata una delle motivazioni principe per cui dal 5 marzo, risultato delle urne alla mano, le due coalizioni principali di centrodestra e centrosinistra hanno vissuto come un incubo il doversi rimettere in gioco ancora una volta e a strettissimo giro. Certo, ci fossero state le regionali abbinate alle politiche, forse non ci sarebbe stata partita – ma i risultati di Lombardia e soprattutto Lazio hanno detto altro – ma così è stato come assistere a un continuo stillicidio.
L’esatto contrario di ciò che avrebbero dovuto fare per cercare di rintuzzare l’offensiva pentastellata.
Centrodestra e centrosinistra per la prima volta hanno capito di non avere in mano le carte vincenti e allora meglio bluffare. Bluffare con possibili separazioni dolorose, candidature contrapposte e antagoniste, anche se alla fine della fiera come dimostra l’intesa su Veneziale, quando le gambe fanno Giacomo Giacomo, i veti diventano voti, ossia quelli che si spera di ottenere rabberciando il lenzuolo dello schieramento.
Probabile accada anche a destra, ma è la prima volta che chi ha da sempre lottato per il potere pare inseguire solo il secondo posto, un po’ come i campionati di Francia e Germania, per non scomodare la Vecchia Signora in Italia.