Attacco alla Siria, parla Magdi Allam: azione fuori da ogni legalità

Corano senza veli lun 16 aprile 2018
Politica di Emanuele Bracone
4min
Al centro Magdi Allam ©TermoliOnLine
Al centro Magdi Allam ©TermoliOnLine

CAMPOMARINO. Grande successo ieri alla Biblioteca Comunale “Ibrahim Kodra”, dove l'Associazione di Cultura Politica “Molise In Azione – Idee e Progetti per il Futuro” ha organizzato la presentazione del libro “Il Corano Senza Veli” di Magdi Cristiano Allam. Allam giornalista e scrittore di origine egiziana, già vice direttore del Corriere della Sera, si è contraddistinto negli ultimi anni per la scelta di convertirsi alla religione cattolica e per la continua denuncia dei rischi che una immigrazione incontrollata possa portare alla pacifica convivenza nel nostro Paese ed in Europa ed agli stessi valori della cultura e della società europea. Presenti, Vincenzo Glave e Giuseppe Giglio. La presenza di Allam è stata una ghiotta occasione per chiedergli conto dell’attuale situazione internazionale.

Il Corano senza veli, che cosa significa?

«Significa presentare correttamente i contenuti del testo sacro dell’Islam in un contesto dove la lettura dei contenuti è estremamente difficile sul piano strettamente letterario, perché non è né prosa né poesia. È un linguaggio molto involuto molto contorto, così come i suoi contenuti sul piano logico presentano a tal punto delle contraddizioni che gli stessi esegeti del corano hanno individuato oltre 200 versetti che contraddicono altrettanti versetti e indicando le categorie dei versetti abroganti e dei versetti abrogati. Dove quelli rivelati cronologicamente in un tempo successivo abrogano quelli rivelati antecedentemente. Quindi è un contributo per conoscere in modo corretto i contenuti del testo a cui fanno riferimento un miliardo e mezzo di musulmani nel mondo».

Cosa ne pensa di quello che sta accadendo in Siria?

«Sono estremamente preoccupato per il fatto che gli Stati Uniti e gli alleati della Gran Bretagna e della Francia operino al di fuori della legalità internazionale. Per il fatto che si siano arrogati il diritto di operare da gendarmi del mondo senza una autorizzazione da parte delle Nazioni Unite, ma senza neanche attendere l’inizio della indagine che gli esperti per il disarmo chimico delle Nazioni Uniti dovrebbero compiere per accertare se effettivamente a Duma in questa città siriana di circa 50 mila abitanti, che sta nelle vicinanze di Damasco, siano state effettivamente o meno usate armi chimiche ed eventualmente da chi. Scatenare un’operazione bellica, lanciando oltre 100 missili a lunga gittata al di fuori di qualsiasi legalità, preoccupa perché significa che di fatto è la morte dello stato di diritto. Ma è la morte anche della democrazia».

Che rischio c’è che questi accadimenti possano dare nuova linfa all’Isis e al terrorismo fondamentalista?

«Sicuramente può accrescere l’odio nei confronti degli Stati Uniti, nei confronti dell’Europa, nei confronti dell’Occidente, può incentivare ancor di più un tipo di attività violenta. Fermo restando che questo terrorismo islamico che oggi in Europa è ormai autoctono ed endogeno, cioè chi perpetra gran parte delle atrocità che insanguinano l’Europa sono cittadini europei di fede musulmana. Non hanno perciò bisogno di una motivazione ulteriore per operare e il loro obiettivo resta comunque quello di prevaricarci, quello di sottometterci. Non dobbiamo sicuramente dare loro ulteriori pretesti».

Per quanto riguarda invece il tema dell’immigrazione?

«Penso che quello che sta accadendo oggi non possa essere definito immigrazione, ma rappresenta un fenomeno che non può che preoccupare, nel momento in cui di fatto l’Italia ha abolito le proprie frontiere. È l’unico paese al mondo che consente a chiunque di entrare sprovvisto di documenti e considerando che chi viene prevalente accolto sono giovani di sesso maschile tra i 20 e i 30 anni che corrisponde alla fascia d’età di esplosione della fertilità maschile e sono prevalentemente musulmani si comprende che questa realtà della cosiddetta accoglienza viene percepita come uno strumento per risolvere il tracollo demografico che rappresenta indubbiamente il nostro tallone d’Achille, di una grave emergenza che dovrebbe essere assunta come priorità nazionale».

Favorevole o contrario allo Ius Soli?

«É un tema diciamo secondo me che va innanzi tutto chiarito. Senza lo Ius Soli nel 2016 e nel 2017 sono state accordate oltre 200mila cittadinanze agli stranieri con l’attuale legge che veniva indicata come Ius Sanguinis. Quindi già da ora la situazione è preoccupante e già da ora si accorda la cittadinanza italiana anche a persone che non sanno una sola parola di italiano. Da ora è necessario garantire che la cittadinanza si fondi su parametri qualitativi e non quantitativi, cioè non gli anni di residenza nel territorio nazionale. Il parametro di integrazione va chiarito innanzitutto. Dobbiamo usare il parametro della conoscenza della lingua italiana e il rispetto delle nostre leggi, la condivisione dei valori su cui si sostanzia la nostra civiltà. E anche l’accertamento che nella concretezza, nella operatività gli stranieri contribuiscono e favoriscono a creare un’Italia migliore».

L’ultima domanda è di carattere politico Come vive l’attuale momento, cosa succederà?

«Ma le elezioni del 4 marzo non hanno dato una maggioranza politica. Non ci sono i numeri per formare un governo. Io ritengo che in uno stato serio, in una democrazia matura si dovrebbe immediatamente prendere atto che serviranno nuove elezioni e servirà una nuova legge elettorale che integri due aspetti che mancano nell’attuale legge. Il primo è il voto di preferenza, cioè bisogna dare ai cittadini il diritto di scegliere i propri eletti. Il secondo è il premio di maggioranza, per garantire la governabilità. Indicando che il soggetto, sia esso una coalizione o un partito che ottiene la maggioranza dei consensi degli elettori potrà contare sulla maggioranza dei seggi del parlamento per metterlo nella condizione di poter governare questo Paese».

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