Con Di Battista e Greco in piazza Monumento è un altro Vaffaday

Calci a 5 stelle ven 20 aprile 2018
Politica di La Redazione
3min
Alessandro Di Battista a Termoli ©Termolionline.it
Alessandro Di Battista a Termoli ©Termolionline.it

TERMOLI. Non sarà più deputato, ma non se ne è accorto nessuno, forse solo quel conto corrente a vasi comunicanti che riceveva indennità e poi le restituiva in gran parte. Alessandro Di Battista si conferma cavallo di razza e raddoppiando lo sforzo per sostituire anche Luigi Di Maio, bloccato a Roma per questioni nazionali, assieme al candidato Governatore Andrea Greco arringa e aizza la folla contro la classe dirigente del passato.

Il candidato al governo della regione Molise, Andrea Greco, sta sognando il primo giorno in cui siederà sulla poltrona del più alto scranno della regione: «Perché sarà il giorno in cui usciremo dall’oscurità – ha esordito il candidato del Movimento 5 stelle – io voglio liberare la mia terra da chi ha costretto centinaia di migliaia di molisani ad emigrare dalla loro terra».

Il cavallo di battaglia è il taglio degli stipendi e dei vitalizi degli assessori regionali. Soldi che Greco vuole destinare al futuro e alla crescita dei cittadini molisani; dando una mano alle imprese molisane: «l’80% delle imprese molisane sta soffocando perché non ha accesso al credito – ha chiosato il candidato del M5S – e noi dobbiamo salvare queste imprese utilizzando i soldi risparmiati dalla politica». Andrea Greco è convinto che il governo centrale si farà solo con il M5S, ragion per eleggendo lui presidente della regione, il Molise avrà un contatto diretto con il presidente del consiglio.

Ma è soprattutto il discorso di Alessandro di Battista a scatenare l’entusiasmo della folla: «La cosa da segnalare è la sentenza storica che c’è stata oggi – ha detto Di Battista – in pratica si è dimostrato con questa sentenza in primo grado che lo Stato e parte delle istituzioni hanno trattato con Cosa Nostra durante gli anni delle stragi».

È contento di tutte le cose che è riuscito a fare; di tutte le leggi che è riuscito ad impedire che venissero approvate in parlamento; così come si dice fiero di aver restituito in tutti gli anni di vita come parlamentare 210mila euro: «Soldi che mi venivano accreditati nel mio conto corrente e che ho visto solo per alcuni giorni prima di restituirli – ha detto orgoglioso Di Battista – questo la dice lunga sulla nostra coerenza. Con tutti i soldi dei parlamentari del Movimento, sono state finanziate le piccole e medie imprese. Non abbiamo preso nemmeno il rimborso elettorale che ci spettava per legge, oltre 40 milioni di euro. Noi ci stiamo finanziando con le piccole donazioni». Per l’ex leader dei Cinque Stelle bisogna seguire il consiglio dato da Falcone per scoprire i mafiosi, ossia quello di “seguire i soldi”, allo stesso modo è un dovere del politico sapere chi sono i finanziatori del suo partito così come è suo dovere informare i cittadini.

Non risparmia commenti carichi di biasimo contro gli altri partiti, sia di destra che di sinistra, colpevoli a suo dire di aver fondato un tipo di politica fondata sul ricatto. Di Battista ha raccontato di un militante siciliano del M5S costretto a votare il politico di un altro partito perché altrimenti avrebbe perso il suo posto di lavoro: «Questa è ormai una repubblica fondata sull’asfalto elettorale, fatta di mazzette e di ricatti – a continuato il pentastellato – ripuliscono le strade due settimane prima delle elezioni per poi sparire per i cinque anni successivi. Però glielo permettiamo anche noi, quando accettiamo 180 candidati contro il M5S. Per sanno che i Cinque Stelle si presentano da soli e quindi costruiscono queste accozzaglie per poterci fermare. La logica che va spezzata è quella del voto di scambio o del voto a un parente o un amico, invece che fondato su un chiaro programma politico. Ma se il parente con cui passo le feste è improponibile come politico non lo si vota».

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