Resa dei conti in casa Pd, nell’assemblea regionale Fanelli conferma le dimissioni

Ripartenza sab 16 giugno 2018
Politica di La Redazione
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Micaela Fanelli, segretario dimissionario Dem ©Campobassoweb
Micaela Fanelli, segretario dimissionario Dem ©Campobassoweb

CAMPOBASSO. Faccia a faccia. Il Pd Molise si è ritrovato questa mattina al dopolavoro ferroviario di Campobasso per l’assemblea regionale. Un momento di analisi e confronto, di “ponte” tra un (recente) passato catastrofico e un futuro tutto da scrivere; probabilmente con una nuova dirigenza. In mezzo, un presente che sembra sempre più un cantiere aperto, uno spazio utile a rimettere insieme i pezzi e “lavare i panni sporchi”.

Ci hanno provato, nell’assise interna di questa mattina, i tesserati e i vertici Dem. All’appuntamento era presente tutto lo stato maggiore: da Frattura a Veneziale, passando per il sindaco di Campobasso, Antonio Battista, oltre ovviamente al presidente dell’assemblea Laura Venitelli e alla dimissionaria Micaela Fanelli. Non c’era, invece, Roberto Ruta; segno che, in fin dei conti, la questione del fronte unito è ancora terribilmente irrisolta.

Nel corso del proprio intervento, il segretario dimissionario ha fatto un’analisi delle varie tappe che hanno portato il Pd alla situazione odierna, non scevra di ammissioni di responsabilità:

«Abbiamo perso e tutti abbiamo delle responsabilità. Io per prima, ma non credo di portare da sola la croce della sconfitta. C’è bisogno di dialogo, associazionismo, terzo settore, opposizione ferma e costruttiva. Non basta solo “dire no” ma lavorare per futuro. Abbiamo margini di ripresa - ha detto Micaela Fanelli - dopo il 4 dobbiamo attrezzarci, c’è un futuro da conquistare con le nostre proposte, il cui senso risiede nelle nostra identità: solo così possiamo costruire l’alternativa possibile. Mettiamo insieme le forze, non più gli uni contro gli altri. No n dobbiamo dividerci ancora, ma ripartire insieme».


Sul Congresso: «Speriamo che sia l’occasione per ripartire e celebrare la nostra unità. Dobbiamo essere pronti. Dobbiamo darci una scossa - ha concluso il segretario regionale dimissionario - superare rancori personali, cominciare ad avere fiducia in noi, a curare le nostre cicatrici. Dobbiamo lanciare un messaggio positivo, una nuova fase che non sia una melassa buonista: è necessaria autocritica, ma anche una ricostruzione serena, pacata e unitaria. Dobbiamo lavorare ad una società aperta, democratica. Ritrovare l’orgoglio di essere Partito Democratico».

Medesima linea per Laura Venitelli: “Mi auguro che da oggi si possa ripartire all’insegna del cambiamento e del rinnovamento, anche facendo leva su facce nuove e nuove risorse. Tutto questo in contrapposizione al governo nazionale e alla sua deriva populista: il Partito Democratico deve tornare a essere il faro, il punto di riferimento riformista”.

All’Assemblea ha preso la parola anche l’ex candidato governatore del centrosinistra, Carlo Veneziale:

«Voglio ringraziare tutti di cuore - ha esordito - per l’esperienza straordinaria che mi avete dato la possibilità di provare. Oggi siamo qui perché riteniamo doveroso imparare dagli errori: faranno parte di un bagaglio che ci deve consentire di essere pronti ad affrontare il viaggio che porta al Congresso nazionale. Ci sono stati degli sbagli commessi - ha aggiunto - e dobbiamo imparare e ripartire proprio da qui. La speranza è che il Congresso ci consenta di ritrovare il dialogo con tutto il centrosinistra all’insegna dell’Unita, ma soprattutto che riesca a individuare una dirigenza riconosciuta e capace di trascinare il partito ai prossimi appuntamenti elettorali e di tornare a essere interlocutore con i cittadini. Sarà quello il segnale che il Pd avrà raccolto la sfida, facendo tesoro degli errori e proponendosi con armonia e dignità».

Subito dopo, in chiusura il turno del sindaco di Campobasso, Antonio Battista:

«Il risultato del doppio turno elettorale è stato inequivocabile. Abbiamo preso coscienza della volontà del popolo, di un messaggio chiaro che ci ha raccontato di quanto siamo stati distanti dalla gente, dai sindacati, dalle associazioni, dalle fabbriche, dal territorio. Dobbiamo riconoscere questi errori - ha detto il primo cittadino del capoluogo- così come le nostre responsabilità e dobbiamo così recuperare il nostro ruolo, con trasparenza e onesta, all’insegna del dialogo. Bisogna recuperare l’identità forte del Partito Democratico».

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