Pd Molise, Libertucci “condanna” la linea della direzione e chiede il commissariamento
CAMPOBASSO. Pino Libertucci, membro dell’assemblea regionale del Partito Democratico non le manda certo a dire e critica aspramente la linea perseguita sin qui dal fronte molisano del Pd, soprattutto circa la mancanza di una netta volontà di rottura e discontinuità rispetto al passato.
«Dal 2013 furono fatte scelte come molti sanno non sono mai state da me condivise - aveva detto qualche giorno fa l’esponente del Pd - giusto per non fare giri di parole, le scelte non condivise furono quelle di un allargamento a pezzi del centro destra camuffati da centro e la inclusione di candidati al di fuori dell’area di centro sinistra e la creazione di liste “para-Pd”. Siamo di fronte ad una scelta: se scegliere di aspettare che qualcuno ripassi da destra a Sinistra o se invece provare ad andare prendere i voti da destra e al centro per tornare a vincere o provare a rivincere a Campobasso e Termoli dove si vota il prossimo anno».
«Oggi ci sono da riconquistare e difendere quei diritti a partire dalla scuola che sia capace di formare i nostri ragazzi e i nostri giovani mantenendo quell’equilibrio tra pubblico e privato creato faticosamente e che oggi va semplicemente difeso. Cosi come va difesa - ha aggiunto Libertucci la sanita’ ricreando l’equilibrio che l’ultima legislatura ha mutato».
Oggi, nel corso dell’assemblea regionale Dem, Libertucci è passato dalle parole ai fatti, chiedendo il commissariamento per il Pd Molise
«Non essendo stato raccolto l'invito alla discontinuità e soprattutto non essendo stata garantita la autonomia statutaria tra l'organo di indirizzo politico del partito eletto a maggioranza oggi e da parte dei consiglieri regionali ho votato no unitamente al altri membri dell'assemblea regionale. Inoltre ho chiesto alla Presidenza Regionale e Nazionale di procedere al commissaiamento del Partito in quanto la la deliberazione: è stata adottata da un numero di componenti assolutamente ridotto ameno di un terzo (14); ha riportato solo 9 voti rispetto a 3 contrari a 2 astenuti; Viola nel deliberato la autonomia dell'indirizzo politico rispetto all'azione amministrativa e di fatto sottopone le federazioni alla influenza dei consiglieri regionali».