​L’imperativo politico: individuare i destini di Larino

Analisi logica mar 10 luglio 2018
Politica di Claudio de Luca
3min
L'amministrazione Puchetti a Larino ©Termolionline.it
L'amministrazione Puchetti a Larino ©Termolionline.it

LARINO. Dall’andamento dell’ultima consultazione comunale, a Larino s’era ricavata l’idea che fosse in atto – da parte di tutti i candidati-sindaci – un processo inclusivo, sia pure obliquamente virtuoso, che facesse bene sperare per l’immediato futuro. Si parlava di “ritorno” all’ospedale – integro! - da chiunque si fosse esposto; ma la storia è già finita come ci ha ripetuto il Presidente Toma.. L’unica novità è quella per cui la Giunta Puchetti sembrerebbe parlare più adeguatamente con l’Esecutivo regionale, anche se risultati non se ne vedono comunque; e, se è possibile riscontrarne, prima del ‘Kaputt’, danno tempi corti quali, per esempio, la fine dell’anno. Certamente sarebbe stato magnifico se la “legge della territorialità” avesse potuto imporre quel progetto comune a tutti, senza limiti di sigle, in grado di portare a tutti i residenti più tranquillità, maggiore silenzio e più pulizia (almeno sanitaria). Però, nonostante tutto, a Larino si danno forza e cercano di non resistere alla curiosità di fermarsi per vedere come andrà a finire questa paventata “resurrezione”. Se si desse un’occhiata all’elenco dei Sindaci, succedutisi a Palazzo ducale dall’Unità d’Italia ad oggi, si scoprirebbe che Larino non ne ha avuto tanti se non per qualche anno prima della legge n. 31. I Commissari straordinari? Pochi anche loro! Ma, perché queste cifre abbiano un senso, occorrerebbe confrontarne i numeri con quelli di Comunità analoghe; e così scopriremmo di essere nella media.

Una delle cose che, bene spesso, si dicono per spiegare le difficoltà del centro frentano è che non le sia stato mai apprestato un “progetto complessivo” la cui carenza – secondo qualche osservatore – avrebbe originato un malinconico esaurimento. Ma che vuol dire detenere un progetto complessivo per una cittadina? Dovrebbe significare: valutare quale sia il suo posto nel contesto regionale. Nella sostanza, questa Comunità ha ancora un senso o si è ridotta ad una presenza del tutto marginale, se non addirittura inutile? Negli ultimi 30 anni riuscirebbe ben più facile dire che cosa Larino non è (o non ha più), piuttosto che quello che è o che le sia rimasto. Si fa fatica ad immaginare un futuro per chi ha vissuto il suo tempo negli Anni ’60-’70, ma che oggi giace a 20’ da Termoli ed a 50’ da Campobasso; un Paese che, dopo avere perduto tanto, rende sicuramente vano lo sforzo (seppure fosse esercitato) di chi tenta ancora di interrogarsi sugli scenari possibili per individuare i ruoli del Paese in uno scacchiere completamente inglobato in uno (quello molisano) che non sta certamente meglio. Non mancano (anzi sono numerosi!) i cultori dell’idea di un turismo teso all’archeologia che pure entra in conflitto con una serie di criticità strutturali a cui non sembrerebbe sorreggere la Sovrintendenza. Per il resto, su cosa d’altro ci si potrebbe rivalere?

Ecco perché, in tutta la mia modestia, non so figurarmi un ruolo specifico per Larino, per lo meno non sul piano di sofisticate strategie di politica economica. Se penso alla dimensione del Paese, alla sua conformazione limitata, mi verrebbe da non convenire manco con chi, forte di una buona conoscenza delle vicende storiche, vorrebbe individuare nel commercio l’essenza del suo essere Città. Basta guardare alle modalità con cui il vecchio Esecutivo avrebbe voluto utilizzare i milioni spesi dalla Regione per il Polo fieristico per capire che qui - al di là dello striminzito concetto di un mercato settimanale – non si riesce ad andare. Perciò non avrebbe senso alcuno manco immaginare un futuro cittadino nel commercio. Nella sostanza la Città potrebbe risollevarsi soltanto risolvendo, almeno in parte, il drammatico problema del lavoro, recuperando posizioni sul terreno della legalità e mettendo un minimo d’ordine (ma forse è troppo tardi!) nella sfera urbanistica e nella vivibilità complessiva. Per quanto mi riguarda penso che il futuro di Larino possa consistere in un coraggioso aggiornamento del suo passato, sempre che ne fossero intesi i termini pratici. Questa Comunità deve procedere alla formalizzazione (più orgogliosa, coerente, raffinata e spendibile su di un piano turistico-culturale) della sua dimensione storica. Il fatto è che, quando vi sia da scegliere, si finisce sempre per optare in negativo, verso direzioni che poi non possono salvarci.

Claudio de Luca

TermoliOnline.it Testata giornalistica

Reg. Tribunale di Larino N. 02/2007 del 29/08/2007 - Num. iscrizione ROC:30703

Direttore Responsabile: Emanuele Bracone

Editore: MEDIACOMM srl
Via Martiri della Resistenza, 134 - 86039 TERMOLI(CB)
P.Iva 01785180702

© Termolionline.it. 2024 - tutti i diritti riservati.

Realizzato da Studio Weblab

Navigazione