Lettera aperta alla Ministra Grillo: il decreto Balduzzi deve cambiare

L'appello dom 22 luglio 2018
Politica di La Redazione
3min
La Ministra della Salute Giulia Grillo ©gazzettajonica.it
La Ministra della Salute Giulia Grillo ©gazzettajonica.it

TERMOLI. Nuova lettera aperta alla Ministra della Sanità Giulia Grillo. L’ha inviata Giancarlo Totaro, del sindacato medici Fimmg-118, intervenuto a più riprese nel corso dell’ampio dibattito seguito alla chiusura dei Punti di primo intervento.

«Signora ministro della sanità della Repubblica Italiana, collega Grillo, Le chiedo formalmente a nome dei medici che rappresento di abolire, adeguare e rivedere la legge Balduzzi che decreta per legge la impossibilità di curarsi, nel rispetto dei Lea, nella regione Molise. Tutti si sono prodigati da anni per migliorare i servizi sanitari (almeno nelle intenzioni) con mille alchimie, ospedali e servizi hub-spoke e mille altre alchimie, ma la verità che ne emerge è sempre la stessa: una sanità inadeguata. Emerge chiaro che la sanità si fa con gli operatori e i servizi devono essere di prossimità, sempre vicino ai malati e non esistono collegamenti web che possano salvare la vita delle persone. Il Molise, nei fatti, con i parametri della Balduzzi sarà costretto prima o poi a chiudere i battenti della sua sanità. Il triste episodio occorso in questi giorni ad un giovane padre di famiglia, potrà sempre trovare come causa un difetto di organizzazione, ma non solo per difetto insito ma per impossibilità di chi deve organizzare a quadrare il cerchio con una legge così restrittiva ed impossibile da applicare in una regione che ha genetico il difetto di essere piccola e poco popolosa.

Qui si è dimezzato il numero degli ospedali, qui si è stati costretti a continuare a chiudere i reparti degli ospedali superstiti, si è costretti a chiudere i Ppi (Punti di primo intervento), sta per chiudere il reparto di ginecologia con il punto nascita di Termoli e con esso probabilmente partirà anche la pediatria, i Pronto Soccorso sopravvivono solo grazie all'utilizzo in organico/turni dei medici del 118, qui si condividono i primari ospedalieri tra ospedali distanti centinaia di chilometri, qui si è costretti a lasciare "case della salute - ospedali di comunità" (Larino) dove ci sono centinaia di persone "ricoverati", la dialisi, l'hospice, la riabilitazione, l'Udi senza i servizi essenziali stanziali come il laboratorio di analisi appena chiuso qualche giorno fa, etc. etc.

La necrosi ingravescente che affligge la sanità molisana è ormai fuori controllo e a nostro avviso non ci sono pozioni magiche che possano fermarla a livello regionale ,forse perché la soluzione o almeno l'inizio della soluzione probabilmente è da ricercare anche e soprattutto nell'adeguare la legge Balduzzi a dei parametri minimi di applicazione e non solo di programmazione anche per le regioni più piccole anche se storicamente non si sono dimostrate virtuose perché altrimenti a pagarne le conseguenze saranno comunque dei cittadini italiani, e i molisani continuano ad essere cittadini italiani nonostante gli amministratori che essi hanno avuto e si scelgono e comunque conservano il diritto alla salute e alle cure sanitarie.

La nostra è una richiesta politica: abolisca o cambi la legge Balduzzi per evitare il verificarsi di episodi come quello recente nel quale gli operatori sanitari, già "massacrati”, debbano continuamente rispondere in prima persona di fatti che sono frutto della impossibilità materiale e concreta di poter organizzare servizi compatibili con le insufficienti risorse finanziarie ed economiche. Le chiediamo un atto politico chiaro di perequazione con le altre regioni più grandi e più ricche altrimenti i casi di sospetta e/o presunta malasanità, come quello dei giorni scorsi del giovane di Larino, in Molise si ripeteranno ancora e non ci può essere politico regionale di qualunque colore o direttori Asl, e ottimi medici che possano fare miracoli in queste condizioni, e a nulla serve mandare ispezioni postume o commissariare e cambiare commissari su commissari di una sanità già commissariata. I commissari e/o le ispezioni possono verificare gli accadimenti ma non possono cambiare le cose in modo definitivo e se si continua a tagliare i servizi la possibilità di nuovi episodi come quello di Larino sono sempre dietro l'angolo».

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