Multe agli automobilisti: le altre trappole dei Comuni

lun 18 settembre 2017
Veicoli al crocevia di Claudio De Luca
3min
Multe agli automobilisti: le altre trappole dei Comuni ©n.c.
Multe agli automobilisti: le altre trappole dei Comuni ©n.c.
E’ un “classico”. Ai varchi delle “Ztl” spesso i segnali sono ingannevoli o, sicuramente, poco chiari ed a volte contraddittori. Sembrerebbero fatti apposta per indurre in errore chi sia costretto a transitare. Solitamente si tratta di turisti che non conoscono la città o che hanno a disposizione pochi secondi per leggere – e talvolta per “interpretare” - il cartello - e che, soprattutto, non votano alle elezioni comunali. Qualche anno fa, una delle vicende più clamorose riguardò Lerici (10mila ab. in prov. di La Spezia). Dopo di avere licenziato il Comandante dei Vigili urbani che si era opposto al “business” dei T-Reed (salvando l’Esecutivo comunale dallo scandalo che successivamente sarebbe esploso), l’Amministrazione comunale ci riprovò ponendo delle telecamere ai varchi (fornite, a cottimo, da una Ditta privata). In un anno furono 76mila i verbali redatti per accesso abusivo. Ma – c’è da domandarsi - erano gli automobilisti ad essere refrattari alle regole della circolazione oppure la segnaletica ad essere poco chiara, così da guidarli proprio sotto gli occhi implacabili degli strumenti elettronici? Il lettore si dia la risposta mentre il cronista passa ad un altro argomento. Il Codice della strada stabilisce un principio fondamentale: nelle immediate adiacenze di un’area di sosta deve sempre esisterne un’altra “libera”. La norma non entra nel dettaglio, ma viene generalmente interpretata come “paritaria”: tot stalli a pagamento, quot stalli “free”. Però la stessa disciplina della circolazione ammette una dèroga: la regola non può essere applicata nelle aree pedonali, nelle “Ztl” ed in altre “zone di particolare rilevanza urbanistica” (l’acrònimo è “Zpru”), “opportunamente individuate e delimitate dalla Giunta”. In esse devono sussistere “esigenze e condizioni particolari di traffico”. Insomma, se c’è bisogno di soldi, basta istituire una “Zpru” e tutti gli stalli per la sosta libera possono essere sostituiti da strisce blu, a pagamento, oppure da strisce colorate in giallo, per i residenti. Peccato che, bene spesso, i provvedimenti siano illegittimi. A Como, qualche anno fa, l’Amministrazione dichiarò “Zpru” tutta la Città; a Milano, non solo è tale l'area interna alla cerchia filoviaria ma anche zone dell’estrema periferia limitrofe. Il tutto alla faccia della rilevanza urbanistica. Altro appunto. La legge dice che i parcometri devono essere muniti del Pos, offrendo la possibilità di pagare – oltre che con le monete – pure con il bancomat e con una carta di credito. Il termine per l’adeguamento è scaduto il 1° luglio del 2016 ma – accampando, quale scusante, fantomatici problemi tecnici – non tutti i Comuni si sono adeguati. Il risultato? In troppe realtà pagare la sosta è diventato complicato; e, quindi, è più facile sbagliare e pagare di meno di quanto si debba per carenza di moneta, col risultato di rischiare un’afflizione pecuniaria ulteriore. Addirittura si rischia di dover versare 41 euro persino quando manchino pochi centesimi al saldo totale od anche di più solo perché si è rimasti privi delle monete giuste. Infine c’è la cresta sulle “multe”, ottenuta gonfiando a dismisura le spese di accertamento e di notifica dei verbali spediti a casa dei trasgressori che, per legge, sono a carico del proprietario dell’auto. Si tratta di un bisogno legittimo: quello di recuperare (a condizione di deliberarne formalmente le cifre) ciò che l’Amministrazione spende per risalire all’intestatario del veicolo sanzionato (per esempio: 1) la ricerca del proprietario al Pra; 2) la stampa del verbale tratto da un programma contrattualizzato; 3) le spese per la notifica della raccomandata; 4)l’eventuale comunicazione dell’avvenuto deposito, etc.). Purtroppo i Comuni ci marciano e si arriva dai 22 euro della Provincia di Bologna ai 24,90 del Comune di Rozzano (Mi). Il bello è che, soventemente sono più alte le spese di notifica che quelle dovute per la “multa”, quando si sia dedotto quanto rimane pagando entro 5 giorni dalla notifica del verbale (Fine – III). Claudio de Luca

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