Veicoli: revisioni e forature di pneumatici

lun 11 giugno 2018
Veicoli al crocevia di La Redazione
4min
Pneumatico a terra ©sicurauto.it
Pneumatico a terra ©sicurauto.it

Operazioni di revisione - Il Ministero delle infrastrutture ha illustrato spesso (e molto efficacemente!) quando occorra procedere alla sottoposizione a revisione del proprio veicolo, spiegando altresì dove portarlo e come “muoversi” nella circostanza. E’ sufficiente visionare il sito web per rendersene conto. Com’è noto, il mezzo deve essere assoggettato ad una prima revisione già dopo i primi quattro anni dall’avvenuta immatricolazione. Successivamente, la procedura deve essere onorata ad ogni biennio ulteriore trascorso. Però attenzione, perché le modalità di revisione cambiano sulla scorta della tipologia di immatricolazione conseguita da ciascuno. Cosicché, se l'autovettura fosse stata adibita a ‘taxi’ (oppure a noleggio con conducente), per rispettare la normativa dovremmo atteggiarci diversamente. Le scadenze sopra esposte (di 4 e di 2 anni) si applicano alle autovetture, agli ‘autocaravan’, agli autoveicoli adibiti al trasporto di cose (o ad uso speciale) di massa complessiva non superiore ai 3.500 Kg; e, dal 2003, pure ai motoveicoli ed ai ciclomotori. Invece, la revisione rimane prevista annualmente: per le autovetture adibite al servizio di taxi; per quelle noleggiate (con conducente); per gli autoveicoli utilizzati per il trasporto di cose; per i rimorchi di peso complessivo superiore ai 3.500 Kg; per gli autobus, per le autoambulanze e per i veicoli atipici (quali, ad esempio, sono le auto elettriche leggere da città). La revisione può essere effettuata negli Uffici provinciali della Motorizzazione oppure nelle officine debitamente autorizzate dal Dipartimento dei trasporti terrestri (DTT) del Ministero delle infrastrutture. Ove si acceda ad un Ufficio della Motorizzazione, la procedura è leggermente diversa, dal momento che va compilato il modello MC 2100 in distribuzione; va allegata l'attestazione dei versamenti dovuti, effettuata sul c.c.p. 9001 intestato al Ministero dei Trasporti per prenotare la visita e la prova del veicolo. Se l’ispezione avesse avuto esito positivo, l’Ufficio rilascerebbe un'etichetta adesiva (da applicare sulla carta di circolazione), recante il risultato della revisione effettuata. In caso contrario, l’utente si troverebbe difronte a due possibilità. Ove venisse indicato il termine "ripetere", occorrerebbe sottoporre il veicolo alle opportune riparazioni degli impianti rinvenuti in non perfetta efficienza. Soltanto quando il meccanico di fiducia abbia provveduto alla bisogna, si potrebbe effettuare una nuova revisione entro un mese. Al contrario, ove sia stato indicato il termine "sospeso", per potere continuare a circolare andrebbero effettuate le riparazioni del caso, utili a consentire la presentazione di una nuova richiesta di revisione. La “revisione straordinaria” di un veicolo viene disposta dagli Uffici della Motorizzazione a seguito di un incidente che abbia provocato danni tali al mezzo da poterne compromettere la circolazione in sicurezza. Ciò a giudizio degli organi di polizia che abbiano effettuato la segnalazione. Un altro caso potrebbe essere quello in cui - sempre gli organi di polizia – avessero avuto a segnalare dubbi in ordine alla persistenza nel veicolo dei requisiti di sicurezza, di rumorosità e di inquinamento prescritti. Questa volta la procedura sarebbe quella stessa prevista per una revisione ordinaria. Naturalmente, nel caso di un incidente, la vettura dovrebbe essere preventivamente riparata.

Foratura di una gomma - Una recente indagine ha permesso di rilevare che gli automobilisti italiani non sono capaci di provvedere alla foratura di una gomma benché oggi sostituire uno pneumatico sia diventato un caso frequente al punto che ogni automobilista potrebbe incappare in tale sfortunata circostanza mediamente due o tre volte nella vita. Sarebbero almeno il 25% i guidatori italiani che hanno dichiarato di non essere in grado di sostituire una ruota bucata (ma il dato sale al 44% per i neopatentati). Fra chi si è trovato a doverlo fare, sono stati oltre 6 milioni coloro che hanno chiesto aiuto. Pare che, se a finire in panne, siano gli uomini, questi si rivolgano soprattutto agli amici (74% degli intervistati); al contrario le donne chiedono aiuto prevalentemente al ‘partner’ (47%) o ad altri automobilisti di passaggio (29%). Questi dati sono venuti fuori da un sondaggio condotto da TSN Italia. Altra notizia sconcertante: sono stati quasi un milione e mezzo gli automobilisti costretti a ricorrere ad un carro-attrezzi; e la metà di loro ne ha dovuto pagare l’intervento di tasca propria, spendendo (solo per la chiamata) fino a novanta euro. E’ per questo che ci permettiamo di consigliare la contrazione di una polizza per l’assistenza stradale che, attualmente, viene sottoscritta appena dal 7% degli italiani. Negli ultimi dodici mesi, questo titolo è stato sottoscritto nelle regioni in cui lo scorso anno si sono avute nevicate che hanno causato notevoli inconvenienti. Se il dato nazionale è del 7%, in talune aree l’aliquota cresce in maniera sostanziale. Per esempio, in Lombardia arriva al 13%, in Piemonte al 10% e in Valle d'Aosta, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Liguria si supera l'8%. Puglia (1,9%), Campania (2,3%), Sicilia (2,7%) e Calabria (2,9%) sono invece le regioni meno propense a sottoscrivere questo tipo di copertura. In coda, troviamo (come sempre) il Molise. A livello nazionale non sembrano essere notevoli le differenze tra uomini (6,9%) e donne (7,5%) sottoscrittori di polizze adeguate. Quel che è certo è la circostanza secondo cui chi ha infilato una fede al dito si mostra più previdente. A confermarlo il dato riferibile ai coniugati (7,5%) che, per non rischiare di trovarsi impreparati davanti ad una semplice foratura, preferiscono assicurarsi. Al contrario, i ‘singles si preoccupano di meno, e soltanto il 6% di essi aggiunge alla polizza RC-auto l'assistenza stradale. Le categorie professionali sottoscrittrici del maggior numero di tali polizze sono i dirigenti (9,45%), i medici (8,90%) e gli impiegati (8,23%). Il dato muta ove si guardi ai religiosi che guidano nelle metropoli italiane: a Milano siamo al 3%, a Roma, si sale addirittura, al 13%.

Claudio de Luca

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