Arbitri fuori dai giochi della Federcalcio, l'interrogazione del senatore Castaldi

Ad escludendum dom 03 giugno 2018
Calcio di La Redazione
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Arbitri e assistenti della sezione Rettino di Termoli ©Termolionline.it
Arbitri e assistenti della sezione Rettino di Termoli ©Termolionline.it

VASTO. Con un'interrogazione parlamentare, il portavoce M5S in Senato Gianluca Castaldi interviene sulle variazioni dei principi fondamentali degli statuti delle federazioni sportive, contenute nella delibera del Consiglio Nazionale CONI del 9 aprile 2018.

Fra le conseguenze di queste modifiche c'è l'esclusione dell'AIA (Associazione italiana arbitri) dal diritto di espressione del voto e dalla partecipazione democratica al Consiglio federale e nelle assemblee elettive della FIGC (Federazione italiana giuoco calcio). Gli arbitri sono stati finora presenti con una quota di rappresentanza del 2%.

“Il presidente Aia Marcello Nicchi – spiega Castaldi – ha già sottolineato i rischi legati all'esclusione degli arbitri dal diritto di voto in Consiglio federale: significa sottrarre forza e indipendenza alla categoria e favorire l'insorgere di una nuova Calciopoli. Ho chiesto pertanto un passo indietro con questa interrogazione”.

“Non è accettabile – continua il senatore Castaldi – che 33.000 arbitri di calcio dilettanti e volontari vengano privati della loro rappresentanza in Consiglio federale, con ogni probabilità per incrementare la percentuale di voto delle leghe professionistiche. Chi, come me e mio padre, è stato arbitro, conosce l'impegno e la passione di queste persone: non meritano di vedersi sbattere la porta in faccia”.

Le richieste contenute nell'interrogazione del Senatore pentastellato al Ministro dello Sport sono sostanzialmente tre.

La prima, si legge nel testo dell'atto parlamentare, è quella di “garantire la rappresentanza democratica per atleti, tecnici e ufficiali di gara, al fine di scoraggiare l'ipotizzata variazione dei principi fondamentali degli statuti delle federazioni sportive” modificata, come rappresentatività esclusivamente per gli ufficiali di gara.

La seconda riguarda un ripristino delle condizioni precedenti alla delibera del Consiglio nazionale del CONI del 9 aprile 2018, la quale mette a rischio anche i “principi di lealtà sportiva ed imparzialità”. In futuro, infatti, potrebbero essere messe a rischio le dinamiche delle nomine tecniche, andando a creare un intreccio di interessi poco trasparente fra controllori e controllati.

La terza richiesta del parlamentare vastese, infine, è la restituzione ,con richiesta di adeguamento al CONI “dei nuovi principi fondamentali degli statuti delle federazioni sportive” riguardanti gli ufficiali di gara, alla normativa ordinaria vigente (legge Melandri).

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