Commissari e presidenti, il braccio di ferro infinito tra Toma e Giustini sulla sanità

Mezzogiorno di fuoco gio 14 gennaio 2021

Campobasso La gestione dell’emergenza sanitaria ‘infuoca’ gli animi dei molisani, in particolar modo quelli del Commissario ad acta Angelo Giustini e del Presidente della Regione Molise Donato Toma

Attualità di La Redazione
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Angelo Giustini (a sinistra) e Donato Toma ©TermoliOnLine
Angelo Giustini (a sinistra) e Donato Toma ©TermoliOnLine

CAMPOBASSO. Sono ore di fuoco in Molise: la gestione della sanità, all’indomani delle notizie sulle presunte dimissioni del Commissario ad Acta Angelo Giustini, sta creando qualche dissapore tra il Presidente della Regione Molise Donato Toma e lo stesso Giustini.

Da un lato ci sono le dimissioni che il Commissario avrebbe inviato ai tavoli romani (documenti che Toma ha dichiarato di non aver ricevuto, come riportato su Ansa), dall’altro le dichiarazioni del Governatore circa l’impegno “a intermittenza” di Giustini in Molise: «Rivolgo il mio appello al ministro della Salute, Roberto Speranza – ha detto il Presidente molisano - Visto che il commissario Giustini 'onora' il suo ben remunerato incarico a intermittenza e con frustrazione, ribadita più volte, senza ottenere alcun risultato concreto, ribadisco la necessità di rimuovere l'attuale, costosa e improduttiva struttura commissariale e di affidare l'incarico - a titolo gratuito - al Presidente della Regione», come riporta il sito Regioni.it a cui Toma confessa: «Così potrò prendere le decisioni più difficili, sostenere le critiche e dare finalmente risposte ai cittadini. Basta confusione, mi si metta in condizione di tutelare il sacrosanto diritto alla salute dei molisani».

Dichiarazioni forti che non sono passate di certo inosservate. In men che non si dica, infatti, il Commissario ad acta, interpellato dall’Ansa, ha confessato il suo stupore per quanto riferito da Toma: «Sono rimasto esterrefatto, non capisco a quale titolo abbia rilasciato certe dichiarazioni e non ne comprendo le motivazioni. Non capisco questa sua voglia - ha proseguito Giustini - Sono due anni che ci martella che vuole essere lui il Commissario ad Acta. Anche in questo caso non ne capisco le ragioni e, come diceva Andreotti, a pensar male forse non si sbaglia qualche volta».

La tensione tra i due sembrerebbe palpabile tanto che, secondo indiscrezioni, Giustini non avrebbe partecipato al Tavolo permanente Covid di ieri. Sul piatto della discordia ci sarebbe anche il centro Covid presso il Vietri di Larino: idea rimasta tale in quanto, proprio in queste ore, si sta procedendo alla realizzazione di un’ala Hospice presso l’ospedale Cardarelli di Campobasso. Giustini, durante la sua visita nel nosocomio del capoluogo e secondo il sito Ansa, avrebbe ribadito la sua preferenza di allestire il centro Covid a Larino piuttosto che a Campobasso.

L’appello di Toma al Ministro della Salute non è passato di certo inosservato e, oltre al diretto interessato (Giustini ndr), ha replicato anche la capogruppo del Pd in consiglio regionale Micaela Fanelli che, interpellata da Ansa, lancia parole forti nei confronti del Governatore, tirando in ballo anche Florenzano: «Quando per fare il Commissario sarà necessaria la laurea in disorganizzazione sanitaria, aumento della spesa pubblica e principi e tecniche di conflittualità politico-istituzionale, Toma potrà essere nominato. Insieme al Direttore generale dell'Azienda sanitaria regionale (Asrem) Oreste Florenzano hanno, infatti, sbagliato tutte le impostazioni strategiche e operative per la salute dei molisani: non possono essere la scelta giusta! Penso al cluster dell'ospedale Cardarelli di Campobasso, al centro Covid che arriverà a pandemia finita, ai ritardi in tutti gli altri ambiti a partire dai vaccini. Il tutto, senza sentire i territori, gli operatori, il Consiglio regionale. Merito e metodo sbagliati! Per questo mi permetterei di suggerire al Ministro Speranza, che spero resti saldamente in sella, di guardare altrove. Abbiamo bisogno di qualità, competenza, coesione istituzionale e risposte subito».

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