Io (non) apro: i ristoratori termolesi dicono ‘No’ alla protesta nazionale
Termoli Controcorrente, rispetto a molte altre regioni, i ristoratori termolesi hanno deciso di non aderire alla protesta #Ioapro, restando chiusi
TERMOLI. Il tam tam, soprattutto sui social da dove è partita la protesta, è stato notevole e questo pomeriggio molti bar e ristoranti d’Italia apriranno i locali, dopo le ore 18, per una protesta pacifica, invitando i cittadini a sedersi ai tavoli, senza consumare e rispettando la distanza e l'utilizzo dei Dpi, scattarsi un selfie e postarlo sui social con l’hashtag #Ioapro. In Italia sono oltre 50mila le adesioni alla protesta che ha l’obiettivo di lanciare un segnale al Governo delle difficoltà che i proprietari di bar e ristoranti stanno affrontando dallo scorso marzo.
A Termoli, invece, i ristoratori sembrano andare controcorrente (seppur non siano gli unici ad aver scelto di non aderire alla protesta) e resteranno chiusi a cena, continuando a rispettare quanto imposto dal Governo. La decisione è stata presa all’unisono dopo una breve consultazione tra loro: «Oggi resteremo chiusi – ha commentato Francesco Caruso del ristorante “Da Nicolino” a TermoliOnLine - Rispettiamo l’iniziativa che ci vede coinvolti».
Le motivazioni alla base di questa scelta sono molteplici: da un lato il timore di multe e denunce penali, dall’altro il voler portare avanti la protesta nelle sedi opportune: «Siamo tutti d’accordo sul fatto che ci siano delle ingiustizie palesi nei confronti dei ristoratori e di tutto il settore – ha concluso Caruso - Ma, nonostante tutto, vogliamo continuare a rispettare le regole, protestando nelle sedi opportune»