Italia a strisce e commercio: «Spaventati dall'incertezza politica, ma siamo aperti»
TERMOLI. Italia a strisce, rosse, arancioni e gialle, quelle bianche per ora sono un miraggio: in questo contesto fare commercio è davvero un esercizio a ostacoli, una gimkana. Sono due mesi che portiamo avanti la battaglia degli esercenti, non solo l’istanza sui ristori, su incentivi, ma soprattutto quello della chiarezza, poiché è l’incertezza che regna sovrana e che sta minando anche il mese dei saldi, oltre ad aver annacquato, a dire poco, quello natalizio.
Insomma, la pandemia colpisce duro, sotto la cintura. E non parliamo di accessori…
Il nostro punto di riferimento della categoria, portavoce del comitato commercianti, Maurizio Giamberardino, tiene alta l’attenzione, rimarcando soprattutto come secondo le norme reiterate anche nel Dpcm di fresca firma da parte del premier Giuseppe Conte, ossia che nei fine settimana i centri commerciali debbono stare chiusi, fatta eccezione per le attività in deroga, la cui apertura è permessa dalla legge.
«Dobbiamo puntare a invogliare le persone a rivitalizzare i centri storici, non solo per dare respiro ad attività che sopportano pure costi alti, ma per evitare che queste zone si desertifichino, si rischia l’abbandono in aree urbane di pregio – precisa Giamberardino – in questi ultimi mesi non sempre quanto imposto è stato rispettato».
A dire il vero fu lo stesso assessore Giuseppe Mottola a rimarcarlo in una conferenza stampa, dopo che la stretta autunnale entrò in vigore.
«Come commento al nuovo Dpcm c’è poco da dire, per noi sposta poco le cose, sperando di restare in zona gialla o addirittura di diventare bianca, significherebbe migliorare di molto la condizione sanitaria del territorio, che sta comunque soffrendo. Quello che più ci spaventa è il clima di incertezza politica, agita noi quanto i nostri potenziali acquirenti. Anche nell’ultima circostanza, il Dpcm è stato siglato a ridosso del weekend, col rebus del colore da attribuire alla regione. Una attesa che definire fastidiosa è quasi eufemistico, non sappiamo che rotta seguire, anche nei rapporti coi fornitori, non solo rispetto alle aspettative legate ai consumi, la cui propensione in questa fase di emergenza socio-economica è chiaramente in calo».
Giamberardino sottolinea l’iniziativa dei negozi aperti alla domenica, a Termoli, i saldi in corso, fin qui con un trend assai tranquillo, nelle prime due settimane, anche a causa del maltempo. Come si sa, piove sempre sul bagnato.
«L’aspetto più critico è il divieto di spostamenti tra regioni e la limitazione alla circolazione sul territorio, per una città vocata al turismo e meta di passaggio come la nostra, specie nei fine settimana, questo sì, ci penalizza oltremodo».