​«Quando a parlare è chi su un pullman non ci è mai salito», la grinta di Giulia

Trasportiamoci mar 19 gennaio 2021
Attualità di La Redazione
2min
​«Quando a parlare è chi su un pullman non ci è mai salito», la grinta di Giulia ©Termolionline
​«Quando a parlare è chi su un pullman non ci è mai salito», la grinta di Giulia ©Termolionline

TERMOLI. Si chiama Giulia Giacomodonato, è rappresentante degli studenti presso l'istituto Omnicomprensivo Domenico Pace di Guglionesi.

Ha voluto metterci volto e firma, dopo quanto avvenuto ieri sui social a causa del caos trasporti per gli studenti nel basso Molise.

«Quanto mi fa ridere quando a parlare è chi su un pullman non ci è mai salito, quanto mi fa riflettete quando chi parla lo fa a sproposito, senza essere a conoscenza di niente e né tanto meno, si sente in dovere di informarsi prima di farlo, questo mi fa davvero riflettere. Capisco tante cose e tra le più amare apprese è che infondo la nostra parola non conta poi davvero tanto quando senti pronunciare parole di sollievo e di tranquillità riguardo il ritorno a scuola, da chi probabilmente il problema non se lo è mai posto, ne se lo porrà mai sul serio.

Continuate così, dite che va tutto bene, dite che i terminal sono vuoti, i pullman ancor di più e che c'è il distanziamento. Continuate a dire che il problema sono i giovani per il corso, continuate a dire parole di disprezzo verso di noi, si dica di noi che non ci va di andare a scuola, tanto a chi importa se nonno, nonna o un nostro genitore non ci sarà più, a chi importa se c'è un nemico che non vediamo e magari lo abbiamo dentro di noi trasportandolo ovunque? A chi importa di cosa pensiamo e sentiamo? È mai importato a qualcuno durante tutto questo tempo?

Siamo stati I vostri burattini, prima Dad, poi presenza, di nuovo Dad e ora di nuovo in presenza...e allora no, non ci sto più. Non ci sto più quando mi si dice che sto esprimendo il mio dissenso perché non mi va di studiare, non ci sto più quando mi si dice che è tutta una scusa perché in Dad ci troviamo bene e continuando riusciremo a passare l'anno senza troppe difficoltà, non ci sto quando mi dite che noi giovani non abbiamo voglia né volontà di fare niente, neanche un piccolo sforzo. Sapete cosa significa fare i compiti fino alle 19.00/20.00?

Sapete cosa significa che se tutto va bene mi sveglio alle 6.00 ma se va male alle 5.00 perché molti di noi hanno l'ansia di un interrogazione? Sapete cosa vuol dire studiare ore e sentirsi dire "hai letto tutto per me" da dietro uno schermo? Sapete cosa significa sentirsi stupidi perché non si capisce un argomento, matematica o una delle più semplici spiegazioni? Sapete cosa significa avere l'ansia di non farcela a consegnare in tempoi compiti?Sapete cosa significa passare 6 ore seduti per svolgere le lezioni, avere un'ora di stacco e riprendere poi a studiare fino alle 20.00? Ah no, giusto, ai giovani d'oggi, per come la vedete voi, non piace ne studiare ne lavorare, perdonatemi, che ne sappiamo noi ma soprattutto che ne sapete voi che ci definite così.

Avete davvero idea di cosa ci sia stato tolto? Qualcosa di immenso.

Vi chiedo di non parlare se non sapete, vi chiedo di non dire di noi studenti, vi chiedo di non parlare dei (finti) pullman vuoti ma di quelli pieni non solo in questi anni di pandemia ma anche in quelli precedenti, ma infondo cosa ne volete sapere voi di viaggiare per 5 anni attaccati come sardine alla porta o sulle scalette dell'autobus perché sennò non potevi tornare a casa.

Non si dica di noi se di noi non sapete».

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