Lettera di una mamma: una lezione reale di educazione civica

Braccio di ferro mer 20 gennaio 2021
Attualità di La Redazione
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Terminal bus affollato ©Personale
Terminal bus affollato ©Personale

TERMOLI. Riceviamo e pubblichiamo una lettera da una mamma termolese.

«Gli studenti, centinaia, migliaia, non solo in Molise, ma in tutto il Paese, si mobilitano per chiedere a Stato e Regioni che sia tutelato un diritto fondamentale, probabilmente il più importante, imprescindibile : quello alla salute. Lo fanno in modo pacifico, scrivendo ai giornalisti, firmando e condividendo petizioni, usando l'unico mezzo che hanno: non andare a scuola, chiedendo, però, di continuare la didattica a distanza.

Quella DAD che, pensate, durante lo scorso lockdown era una benedizione e invece, misteriosamente, oggi pare essersi trasformata nel peggiore dei Mali..

Con questa mia riflessione, vorrei prima di tutto fare un plauso agli studenti, che stanno dimostrando di avere senso civico, spirito di iniziativa, padronanza di linguaggio, mezzi, strumenti di comunicazione e quant'altro faccia di loro dei cittadini, maturi e responsabili.

In secondo luogo, vorrei ricordare alle Istituzioni che dietro questi ragazzi, la cui voce spesso rimane inascoltata (però poi si parla di competenze da raggiungere, di Educazione Civica, di assunzione di responsabilità….) ci sono delle FAMIGLIE che li appoggiano.

Li appoggiamo perché siamo preoccupati.

C'è chi convive con i nonni (non tutti sono nelle case di riposo), chi lavora in proprio e non si può permettere di ammalarsi,o stare in quarantena in attesa dei tamponi, chi ha un familiare con patologie gravi.. Abbiamo il diritto di proteggere i nostri figli, noi stessi, i nostri cari? Almeno si dia la possibilità di scegliere, per le famiglie così in difficoltà, la didattica digitale integrata.

Le mie figlie, liceali, non hanno smesso di studiare con la DAD. Non hanno subito i traumi paventati dalla Ministra. Chi non studiava in presenza, chi frequentava saltuariamente, ha continuato a farlo anche in Dad. Chi si applicava, chi sa bene che studiare è un dovere fondamentale, lo ha fatto anche in DAD. I problemi sono altri, a monte.

I professori,poi, nonostante mille difficoltà, hanno affrontato questa sfida con l'onere di un carico di lavoro raddoppiato (senza nessun compenso per le tantissime ore in più).

Non mi sembra che la didattica a distanza non stia funzionando, nonostante riconosca che la scuola in presenza sia assolutamente da preferire. Tutti auspichiamo un ritorno alla normalità..

Tuttavia, chi conosce la reale situazione all'interno delle aule, sui mezzi di trasporto? Chi entra in classe? Chi sale sugli autobus? Chi fa file(e assembramenti) per fare il biglietto (non potrebbe essere una procedura online??)

Gli studenti, (e il personale scolastico) naturalmente.

Allora, perché non prendere in considerazione le loro richieste? Perché non ascoltare le voci di questi giovani cittadini?

Mi auguro davvero che i loro appelli scuotano le coscienze di chi ha il dovere di tutelarci».

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