​Il virus in Molise c'è!

L'emergenza coronavirus dom 24 gennaio 2021
Attualità di La Redazione
4min
Fianco a Fianco Basso Molise ©TermoliOnLine
Fianco a Fianco Basso Molise ©TermoliOnLine

BASSO MOLISE. Nell'edizione del quotidiano Il Foglio - sezione Salute di venerdì scorso 22 gennaio è stato pubblicato un contributo sull'emergenza sanitaria a cura dell'associazione dem Fianco a Fianco, che nel corso degli ultimi mesi abbiamo imparato a conoscere per le iniziative promosse sul territorio. Documento sottoscritto anche dal Pd Molise.

«Il virus in Molise c'è ed è presente in maniera prepotente, massiccia. C’è stata una prima fase che ha coinciso con la prima ondata durante la quale la nostra regione, dimenticata da tutti, è risultata virtuosa e con un numero di contagi e morti limitati, dato proporzionale al numero esiguo di tamponi processati. Malgrado la carenza di strutture e malgrado il ritardo con il quale sono arrivati presidi di protezione personale, gli operatori sanitari si sono rimboccati le maniche e si sono arrangiati, come d'altronde ha fatto la popolazione molisana. Il Molise non si è sottratto nemmeno al dovere della solidarietà, riuscendo perfino a garantire assistenza a due pazienti arrivati in condizioni disperate in elicottero da Bergamo, epicentro della pandemia, due persone che proprio in Molise sono state curate e assistite fino alla guarigione. Questo però non può oggi restituire conforto davanti a uno scenario in cui sono saltate tutte le buone regole di gestione dell'emergenza.

Il territorio molisano, già di per sé molto fragile anche per quanto riguarda le infrastrutture, non dispone di presidi sanitari all'altezza della criticità che il mondo e l'Italia stanno attraversando.
Che potesse arrivare una nuova e più violenta ondata epidemica che avrebbe messo in ginocchio il sistema sanitario lo si sapeva, e questo è puntualmente avvenuto, ma il Molise non si è fatto trovare pronto in alcun modo.
Nei momenti peggiori e dolorosi per il Paese donne e uomini, esponenti politici del Partito Democratico a cui sta a cuore il destino del Molise, si sono attivati mettendo in campo le loro forze nel tentativo di cercare soluzioni praticabili. A livello politico, istituzionale e sociale si è giunti, dopo un'analisi attenta, alla conclusione che sarebbe stato necessario riaprire l'ospedale dismesso Vietri di Larino, una struttura moderna e spaziosa che avrebbe avuto bisogno di pochi interventi per poter diventare Covid Hospital e soddisfare una parte cospicua delle esigenze molisane accogliendo all'occorrenza anche qualche malato dalle regioni limitrofe, e utilizzarlo magari nel futuro come centro malattie infettive di riferimento per il centro sud.
Riconosciuta come proposta migliore, i sindaci della regione e il commissario straordinario per la sanità Angelo Giustini hanno firmato un piano Covid approvato dal Consiglio regionale e sottoscritto, in sede istituzionale, dallo stesso governatore Toma.

Ma quella proposta, pur avendo il placet di tutte le parti in causa rappresentate sul territorio, non ha mai ottenuto il nulla osta da Roma. E questo perché a Roma è stato presentato un piano alternativo sul quale hanno scommesso fortemente il presidente della regione, che ha così tradito il suo mandato, e il direttore generale della Asrem Oreste Florenzano, ignorando la decisione del commissario nominato dal governo ma soprattutto del territorio.

Questo accade in una Regione di 300.000 abitanti, grande come un quartiere di Roma, che dovrebbe essere facile da gestire. Si poteva fare uno screening di massa e il Molise poteva essere un laboratorio di indagine epidemiologia a bassi contagi.
Ma no, non l'hanno voluto fare.
È un disastro.
Non è un giudizio, è un dato di fatto.

La situazione era prevedibile e più volte denunciata: è saltato il sistema di tracciamento ma è saltata anche la rete dell'emergenza. Oggi il Cardarelli ha un carico di pazienti eccessivo, si è arrivati a 70 malati Covid e alla progressiva occupazione di altri reparti che non stanno più svolgendo la loro funzione. A tutto questo bisogna aggiunger il fatto che all'interno del nosocomio campobassano si sono creati, e anche questo era ampiamente prevedibile vista la commistione di percorsi, dei cluster o focolai che hanno spinto in principio alla chiusura di determinati reparti fino alla chiusura totale del presidio. I contagi dilagano e la situazione è sempre più grave, eppure i vertici sanitari continuano a esporre tesi fantasiose e la realtà viene mistificata: Rt a 1,29 de opo due giorni a 0,49.
Molti piccoli comuni vivono gravissime difficoltà nella gestione dei focolari e l'ospedale Cardarelli si trova in una situazione disperata. In virtù di comunicazioni fatte a Roma sui posti letto disponibili in Molise, che non coincidono con la realtà, il Molise rimane zona gialla, ma la soglia massima delle degenze in malattie infettive è stata superata e in terapia intensiva si fanno i salti mortali per ricavare postazioni di emergenza laddove è possibile.

Il Cardarelli non può ospitare malati con altre patologie proprio perché il reparto di rianimazione è esclusivamente adibito a ricovero dei pazienti Covid e gli altri malati vengono dirottati verso i nosocomi di Termoli e Isernia distanti decine e decine di chilometri e lungo una rete stradale poco agevole. E vogliamo parlare del piano vaccinale della Regione? Non ci è dato sapere a che punto siamo. Nonostante un’interrogazione urgente del Partito Democratico in Consiglio Regionale, molte domande sono rimaste senza risposta. Quante somministrazioni vengono effettuate giornalmente? Come ci si sta organizzando nelle RSA? A chi, oltre gli operatori delle strutture sanitarie è stato esteso il piano vaccinale? Il personale sanitario sarà sufficiente quando la somministrazione verrà ampliata verso una fascia di popolazione molto più estesa? E ci saranno strutture adeguate? Quale destino attende la popolazione molisana? Chi si occuperà di questo povero territorio?
Da parte nostra ci sarà piena disponibilità, ci faremo sempre portavoce delle richieste e delle esigenze del nostro popolo, perché porre dubbi e muovere critiche non vuol dire sempre far polemica, ma piuttosto individuare problemi, criticità, e cercare di trovare possibili soluzioni. Chiediamo pertanto che il nostro grido d'allarme venga recepito dal governo nazionale affinché si agisca subito. I molisani non possono più aspettare!

Pd Molise e Fianco a Fianco Molise Pd».

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